Romanzo naturale

Roberto Carvelli

La recensione del libro di Georgi Gospodinov, Voland, 153 pp., 16 euro

Georgi Gospodinov ha vinto l’International Booker Prize 2023 e due anni prima lo Strega europeo. Inoltre, negli ultimi anni, il suo nome compare nella short list del Nobel per la letteratura. La scoperta dello scrittore bulgaro in Italia è avvenuta grazie a una piccola casa editrice, la Voland, e alla sua direttrice, Daniela Di Sora che anche traduce (con Irina Stoilova) questa nuova (ri)uscita di Romanzo naturale. Anche se Cronorifugio (in Italia nel 2020) è diventato il suo libro di culto è non casualmente al tempo galantuomo e all’insistenza dell’editrice che dobbiamo la consacrazione di questo Gospodinov almeno da noi. Quindi rileggiamo con occhi nuovi questo romanzo del 1999 (in Italia nel 2007 la prima volta) che precede il bestseller e scopriamo come il tempo sia in definitiva anche una costante del suo lavoro. Persino teorica: qui l’io narrante (un uomo fresco di separazione dalla moglie nel frattempo  in nuova relazione e attesa di figlio) s’interroga sulle possibilità del romanzo. Sogna un libro di nuovi inizi continui. L’arte combinatoria in fondo è una premessa creaturale/creativa: “Il mondo è uno solo, e il romanzo è quello che lo unisce” e la missione dello scrittore sembra sia quella di ricucire il nesso tra l’uno e il tutto. Gli inizi sono dati ma poi arrivano innumerevoli le combinazioni e i dubbi, quelli che dovrebbero rendere bella una storia come proclama in uno dei titoletti dei brevi capitoli che fungono da premessa e insieme didascalia di queste sequenze di tempo e intenzione di chi racconta. Un esempio? “Solo il banale m’interessa. Nient’altro mi diverte così tanto”. Ce ne è anche uno dedicato all’Italia e a Venezia che affonda ogni anno di due centimetri. E ancora la ricerca di un romanzo naturale, come gli occhi delle mosche, sfaccettato, quotidiano e gonfio di cose piccolissime. Un libro in cui c’è posto persino “per una storia naturale dei gabinetti” come per la creazione del mondo: Dio e Darwin (“Basta equilibrare le unità di misura”). E naturalmente Linneo. Per scrivere un “romanzo naturale” in fondo devi “fissare in continuazione il visibile”. E allora ecco “Il sole splende. E’ una bella giornata per andare a spasso. Simo pesca il pesce siluro. Piove. La rosa è bella. La nonna lavora a maglia” e per concludere una domanda (anche se risolta, senza punto interrogativo) è lecita ma proprio in generale, anche per noi: “Perché tutto non è così semplice come in un abbecedario”. 

 

Romanzo naturale
Georgi Gospodinov 
Voland, 153 pp., 16 euro

Di più su questi argomenti: