una fogliata di libri

Paura della scienza

Alessandro Mantovani

La recensione del libro di Enrico Pedemonte, Treccani, 284 pp., 21 euro

Perché, in un’epoca sempre più dipendente dalle innovazioni scientifico-tecnologiche, sembra essere maggiormente diffuso un generale scetticismo nei confronti della scienza? L’opinione pubblica appare infatti come costantemente scissa tra un’ala di fedeli che invocano una “scienza”, intesa però come entità astratta e salvifica, e un’altra prospettiva diffidente e refrattaria ad accettare ogni dialogo.

 
Ma da dove giunge questa sfiducia nella scienza, quali radici e quali implicazioni ha? Prova a rispondere a questi interrogativi il saggio di Enrico Pedemonte, giornalista e scrittore laureato in Fisica, conducendo un’analisi serrata sul diorama di connessioni che circondano tale fenomeno. Dal movimento evangelico che negli Stati Uniti ha progettato un racconto “alternativo” da opporre alla tradizione evoluzionista di matrice darwiniana, al rapporto tra tecnologia, economia e ambiente, dominato dai grandi gruppi industriali, intenti da decenni a fare disinformazione per continuare a vendere, transitando naturalmente attraverso il movimento No vax, Pedemonte tratteggia un universo scientifico sempre più in crisi e affetto da dolorose contraddizioni. 

 
Se da un lato l’autore chiede infatti una maggior consapevolezza nell’inquadrare l’oggetto scienza nelle sue ricadute sulla realtà (“la scienza non è un’astrazione. E’ un’attività che si incarna nel mondo in cui viviamo, è una forza produttiva che alimenta le attività economiche, l’industria, le nostre abitudini quotidiane”), dall’altro attraverso le pagine del saggio si rileva un orizzonte in cui, a discapito delle enormi potenzialità raggiunte dalle tecnologie, gli strumenti che potrebbero risolvere i principali problemi del nostro tempo tendono a concentrarsi sempre di più in un minor numero di società private, in prima fila le piattaforme tecnologiche.

 
Ecco perché allora oggi, sottolinea Pedemonte, la parola scienza va trattata con cautela qualora essa possa significare risultati che “anziché essere utilizzati per il bene pubblico, sono diventati uno strumento formidabile per creare monopoli, poteri sempre più inattaccabili, ineguaglianze crescenti e controllo sulle nostre vite”. Così si scopre che al centro del discorso scientifico sta il vuoto di una concentrazione economica, rappresentata dai colossi del web, che allarga la forbice delle disuguaglianze, riconducendo così la paura della scienza e dell’innovazione a essere “un capitolo della Grande rabbia che è il marchio di fabbrica dell’epoca che stiamo vivendo”. 

 

Paura della scienza
Enrico Pedemonte,
Treccani, 284 pp., 21 euro

Di più su questi argomenti: