una fogliata di libri

Il male che gli uomini fanno

Andrea Frateff-Gianni

Ls recensione del libro di Sandrone Dazieri, HarperCollins, 544 pp., 20 euro

Archistar, collaboratrici del New Yorker, maniaci, serial killer, poliziotti corrotti, avvocati reticenti, figli ribelli, ragazze trucidate, giustizieri hipster. Frullate tutti questi ingredienti, aggiungeteci il rapimento di una diciassettenne, un delitto irrisolto di trent’anni prima, mettete tutto nelle campagne lombarde vicino a Cremona e avrete Il male che gli uomini fanno, il nuovo thriller di Harper Collins appena uscito in libreria.

 

Torna così sulla scena uno dei pesi massimi della letteratura italiana, Sandrone Dazieri, un tizio che dopo aver fatto in gioventù il cuoco, il facchino e il correttore di bozze, oggi è tradotto in oltre trenta paesi e con i suoi romanzi è balzato in testa alle classifiche di vendita, oltre che in Italia, in Francia, Spagna e nel Regno Unito.

 

La storia è questa: Itala Caruso, detta la “Regina”, è una poliziotta a capo di un’armata Brancaleone di colleghi che fanno estorsioni da quattro soldi. In seguito a una serie di delitti che vedono coinvolte tre ragazzine, viene incaricata da un magistrato corrotto di incastrare un certo Giuseppe Contini, l’uomo accusato di essere il “Persico”, il serial killer che tutti stanno cercando ma che ancora nessuno è riuscito ad arrestare. Francesca Cavalcanti, rampolla di una importante famiglia, con un paio di vie intitolate a loro nome in città, è l’avvocato di Contini. Nonostante sia certa della sua innocenza non riesce a far assolvere il suo cliente che, dopo un veloce processo, viene condannato in via definitiva. Tutto sembra essere risolto e caduto nel dimenticatoio fino a quando una mattina, a trent’anni di distanza, Amàla, (con l’accento sulla seconda a), la nipote sedicenne della Cavalcanti, viene improvvisamente rapita, davanti a casa, da un uomo misterioso. Inizia così il thriller che, in maniera disinvolta, procede saltabeccando su due piani temporali differenti e incastra, capitolo dopo capitolo, ciò che è avvenuto trent’anni prima con ciò che sta succedendo oggi. Il risultato è come di regola impeccabile perché Dazieri non solo tiene il lettore incollato alla pagina come un insetto alla carta moschicida, ma contemporaneamente riesce a far riflettere, sia affettando con una lama la psiche dei personaggi sia attingendo a noti fatti di cronaca della storia del nostro paese che, per giochi di potere o semplice sciatteria, non sono mai stati risolti. I colpi di scena arrivano con perfetto tempismo. Ogni passaggio ha quel giusto filo di ambiguità e di mistero che confonde le acque. fanno è l’ennesima giocata d’azzardo di un prestigiatore che merita l’applauso.

   

Il male che gli uomini fanno
Sandrone Dazieri
HarperCollins, 544 pp., 20 euro

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