Scosse di assestamento

Federica Bassignana

La recensione del libro di Nadia Owusu, NR edizioni, 310 pp., 20,00 euro

Nel mondo “esordiamo come corpo” e come tali abitiamo uno spazio, una casa, un paese, un’identità. Ma abitare è una questione complessa: è possibilità, è sollievo, è privilegio. Significa sapere di essere radicati in una dimensione, ma ancora di più significa sapere di appartenere, e questo non è mai facile: esistere non è condizione sufficiente per averne la certezza. Scosse di assestamento, memoir estremamente toccante, vitale, vero, disarmante di Nadia Owusu, ne è la conferma: l’autrice è nata in Tanzania da madre armeno-americana e padre ghanese, funzionario delle Nazioni Unite, e ha vissuto tra Italia, Etiopia, Inghilterra, Ghana, Uganda e Stati Uniti. Nel suo sangue scorre un senso di sé molteplice e frammentato: “Se non appartenevo a nessuno posto e a nessuno, allora cos’ero? Chi ero? Non riuscivo a ricordare un momento in cui non fossi consapevole di avere molteplici identità o un’identità divisa”.

 

Owusu mette tra le nostre mani la geologia della sua esistenza segnata da terremoti emotivi, scosse improvvise e crepe che continuano a espandersi anche quando la terra smette di tremare. Nella sua mente è come se ci fosse un sismometro che traduce, calibra e avverte del pericolo e dei tremori della sua vita: a due anni viene abbandonata dalla madre, che nel tempo è tornata di rado e solo per confermare la sua assenza, a tredici anni perde il padre, suo riferimento essenziale, amato come si ama la fede più sincera, sperimenta sin da bambina la misura della nostalgia di casa impacchettando regolarmente la sua realtà in scatoloni, porta sulle spalle il peso di dover ricominciare ogni volta da capo e sa cosa vuol dire rimodulare il proprio accento per non sentirsi estranea in nessun luogo. Il tempo della narrazione segue la cronologia emotiva dei ricordi e attraversa anche la più intima delle fragilità umane, quella che spesso è invisibile nel silenzio che la circonda, ma che qui viene raccontata con una delicatezza inattesa: la depressione. L’autrice si espone senza edulcorazioni, descrive le emozioni con chiarezza cristallina e nonostante tutte le onde sismiche che la attraversano dimostra di essere un terreno solido che resiste.  

  
Nadia Owusu è una penna straordinaria che estende intuizioni profonde e universali, che sradicano e scuotono. Possiamo guardare dentro il suo abisso attraverso i suoi occhi e la sua voce e capiamo quanto sia vero che ogni storia ha le sue zone di faglia: quella di Owusu ne è piena, ma quanta luce che arriva. 

 

Scosse di assestamento
Nadia Owusu 
NR edizioni, 310 pp., 20,00 euro

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