Le sorelle Lacroix

Gaia Montanaro

La recensione del libro di Georges Simenon, Adelphi, 171 pp., 18 euro

Ogni famiglia ha uno scheletro nell’armadio”. Quello che tiene insieme e allo stesso tempo divide le sorelle Lacroix ha origine diciassette anni prima. Ha a che fare con le loro nascenti nuove famiglie e rappresenta la miccia che ha scatenato tra loro un odio perenne, radicato e sottile.  L’odio è proprio la timbrica specifica del rapporto tra Poldine e Mathilde, sorelle che condividono il medesimo tetto – precedentemente appartenuto al facoltoso padre notaio – e che ora ospita le rispettive famiglie. Insieme a esse, in quel luogo trovano dimora i rancori, le rappresaglie malcelate, il lento stillicidio di una guerra fredda pronta in un attimo a divampare. “Era il tono tipico della casa: voci aspre, sguardi impietosi e sempre pieni di sottintesi”. Un’abitazione benestante, personaggio a tutti gli effetti del racconto, che con il suo aspetto rassicurante rappresenta un luogo perfetto per proteggere le rivalità tra le sorelle e al contempo racchiuderle in uno spazio definito. E’ la prossimità che genera lo scontro, che fa emergere via via sprazzi dell’odio tra le due, che crea occasione – spesso tramite accadimenti domestici di poco conto – per svelare i personaggi nella loro vera essenza. “L’odio diventava tanto più spesso, quanto più viscoso, tanto più pesante, tanto più perfetto quanto più lo spazio si riduceva”. L’annullamento dei confini spaziali tra le due sorelle diventa occasione per un annullamento della separazione fisica tra le due. Si muovono nella loro casa come in una danza, fatta di passi precostituiti. Appena una di loro esce dallo schema e fa entrare l’imprevisto, la miccia esplode. L’occasione la crea Emmanuel, il marito silenzio di Mathilde, che prova a sconquassare quel terribile equilibrio, pagando per questo un prezzo. “La cosa non sfuggiva a Mathilde ma lei aveva già la sua battaglia da combattere. Aveva avuto bisogno di un’idea fissa, di un’ossessione. Come altri rimpiazzano un amore con un altro amore, lei rimpiazzava un odio con un altro odio”. E’ infatti un odio diverso quello che anima Poldine rispetto a Mathilde: il primo nasce da una rabbia profonda e viscerale che per essere contenuta viene raffreddata e normalizzata, il secondo nasce da un’ossessione. Tutt’intorno, personaggi cesellati al millimetro alimentano questo teatro, o cercano di sottrarsi. O di fare alternativamente le due cose. Simenon è ancora una volta maestro nel raccontare il subbuglio interiore di personaggi, situazioni e persino della casa stessa. “La verità è che voi, tu e tua sorella, avete bisogno di odio”. Un sentire primordiale, una forza propulsiva che muove. 

 

Le sorelle Lacroix
Georges Simenon
Adelphi, 171 pp., 18 euro

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