una fogliata di libri

L'uomo è ciò che mangia

Maurizio Schoepflin

La recensione del libro di Ludwig Feuerbach, Morcelliana, 112 pp., 12 euro

Ad ascoltare le lezioni che Ludwig Feuerbach (1804-1872) tenne a Francoforte fra il dicembre del 1848 e il marzo del 1849 c’era anche il medico e filosofo olandese Jacob Moleschott (1822-1893), figura di primo piano del positivismo materialistico, critico severo delle fedi religiose e grande estimatore del pensatore tedesco, che considerava un convincente assertore di una concezione materialista della realtà ancorata unicamente al sapere scientifico. Tra i due si stabilì un rapporto di reciproca stima e non casualmente Feuerbach dedicò un’ampia recensione al libro pubblicato da Moleschott nel 1850 con il titolo La dottrina degli alimenti. Per il popolo. Proprio tale recensione costituisce il primo dei due scritti feuerbachiani ospitati in questo volumetto ben curato da Francesco Tomasoni. Nella prima parte di tale intervento, intitolato “La scienza naturale e la rivoluzione”, Feuerbach denuncia la politica repressiva del governo nei confronti delle scienze filosofiche; successivamente si sofferma ad approfondire, secondo una prospettiva decisamente materialista, le analisi biologiche e i consigli alimentari di Moleschott.

  

È in questo contesto che Feuerbach ricorre alla celebre affermazione “l’uomo è ciò che mangia”, e nel secondo contributo accolto nel libro – un articolo intitolato “Il segreto del sacrificio ovvero l’uomo è ciò che mangia” – lamenta polemicamente il fatto che quell’espressione venga ricordata per gettare discredito su di lui e sulla cultura tedesca che egli rappresenta. L’autore passa poi a un’attenta disamina dei rapporti intercorrenti tra le culture, le religioni e l’alimentazione, cercando di dimostrare che l’atto del mangiare, che coinvolge anche la respirazione, i cinque sensi e, soprattutto, il cervello, lungi dall’appartenere a una sfera inferiore e volgare dell’essere umano, riguarda la sua essenza più autentica.

  

Coerente con il proprio materialismo, il filosofo tedesco è convinto che la dimensione fisica, di cui l’alimentazione costituisce una componente centrale e decisiva, è l’unica che può farci comprendere quale sia la vera natura umana, anche nelle sue manifestazioni più elevate: “I due saggi di Feuerbach – conclude Francesco Tomasoni – ci richiamano il senso più profondo che il cibo ha acquisito nelle religioni, nella cultura, ma anche nell’impegno scientifico e sociale, quello di essere momento di condivisione e di gioia. Forse non è un caso che l’ultima pagina ci presenti il nutrimento dell’amore materno”. 
  

L’uomo è ciò che mangia
Ludwig Feuerbach
Morcelliana, 112 pp., 12 euro

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