una fogliata di libri

Si regalavano infamie

Claudia Martinelli

La recensione del libro di Liliana Madeo, Tullio Pironti editore, 350 pp., 15 euro
 

Tra tutti i possibili peccati, l’ambizione e il desiderio di potere sono, in assoluto, i meno perdonati in una donna. Lo dimostra, tra infiniti altri esempi, la damnatio memoriae che ha inseguito nei millenni Teodora, la ballerina dell’Ippodromo di Bisanzio che divenne sposa dell’imperatore Giustiniano. Accanto a lei, amica, ambigua complice e consigliera, emerge la figura di Antonina, a sua volta figlia di aurighi e moglie di Belisario, il più illustre generale dell’esercito imperiale. Due donne potentissime, che furono alleate finché i loro interessi coincisero, entrambe circonfuse da un’aura di peccato e di scelleratezza la cui prima fonte va rintracciata nelle Storie segrete di Procopio di Cesarea, consigliere di Belisario e cronista delle sue imprese. Questo romanzo di Liliana Madeo, giornalista di lungo corso appassionata di storia delle donne, fa tesoro di tutto ciò che, nel bene e nel male, è stato scritto sulle due potenti di Bisanzio. L’autrice le fa parlare, cerca di entrare nei loro pensieri, nella loro volontà, nel movente delle loro azioni, senza mai indulgere in letture forzatamente risarcitorie. Nel racconto è riservato un ruolo di narratrice in prima persona a un’altra donna, l’unica figlia di Antonina e Belisario, Giovanna. E’ lei che interviene con i suoi ricordi per dare di Antonina, soprattutto, ma anche dell’impassibile imperatrice che fu ispiratrice delle imprese che portano il marchio giustinianeo, un’immagine tutt’altro che benevola ma davvero tridimensionale. Decise a non accontentarsi del ruolo decorativo riservato alle donne e a non cedere mai un grammo del potere acquisito, le due potenti di Bisanzio rispettarono a loro modo, di sicuro con grande coraggio, le regole di un mondo in cui a certi meccanismi scellerati era impossibile sfuggire. Ma se davvero “si regalavano infamie”, come scrisse di loro l’implacabile Procopio, non lo fecero solo per attaccamento a una vita di lusso inimmaginabile e di arbitrio illimitato. Alla base dell’agire di Teodora e di Antonina c’è un pensiero che oggi chiameremmo politico, che ha lasciato tracce indelebili nella storia. Sulla scia di Charles Diehl, il bizantinista che nel 1904 cominciò a ribaltare la versione demonizzante di Procopio su Teodora, Liliana Madeo invita implicitamente a una riflessione sull’azione deformante del potere e dei ruoli di potere. Cosa che vale per tutti, maschi e femmine.
  

Si regalavano infamie

Liliana Madeo
Tullio Pironti editore, 350 pp., 15 euro

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