Flora

Andrea Frateff-Gianni

La recensione del libro di Alessandro Robecchi (Sellerio, 286 pp., 15 euro)

Tutti hanno visto gli “orologi molli” di Salvador Dalì e sentito parlare del Manifesto del Surrealismo di André Breton, ma il nome di Robert Desnos suona ai più quasi sconosciuto. Personaggio allucinato, poeta surrealista, figlio di un banchiere parigino, amico di Artaud, Picasso e Hemingway, durante la sua vita, prima di venire deportato nei lager di Auschwitz, Flossenbürg, Flöha e poi in quello fatale di Terezin, inventa audaci slogan pubblicitari, scrive canzoni, programmi radiofonici, collabora con giornali e compone poesie.

Cosa c’entra un personaggio del genere con Carlo Monterossi, autore televisivo per la “Grande Tivù Commerciale”, meglio conosciuta come la “Grande Fabbrica della Merda”? Per scoprirlo basta leggere Flora, l’ultimo volume della serie (l’ottavo) della saga creata da Alessandro Robecchi, giornalista e autore tv, con un curriculum di tutto rispetto, che spazia dall’Unità al Manifesto, passando per Cuore e Radio Popolare, trasformatosi, negli anni, per Sellerio, in scrittore di successo. Protagonista della vicenda questa volta è Flora De Pisis, personaggio che i lettori dei gialli milanesi di Robecchi ben conoscono, signora indiscussa della tv strappalacrime, che all’inizio della storia viene rapita, scatenando improvvisamente un incredibile scompiglio nel paese. Ma chi ha rapito Flora, e soprattutto, perché? A indagare entra in scena ovviamente il beniamino Monterossi, l’autore pentito del programma da lei condotto, “Crazy Love”, in compagnia di una parte della sua scalcinata banda, composta da loschi investigatori privati, ex poliziotte e splendide e super seducenti segretarie di produzione. Si finirà così in un’avventura di stampo situazionista, alla Debord, all’interno della quale raffinati intellettuali, dalla lunga barba bianca e dai modi garbati, riusciranno a mettere in scacco l’intera industria televisiva italiana e di conseguenza l’intera nazione. Al patron della “Grande Tivù Commerciale”, in cambio del rilascio di Flora, verrà chiesta, oltre a ovviamente un mucchio di soldi, un’ora di trasmissione, in prima serata, senza pause pubblicitarie per fare in diretta della poesia di Desnos. “Rapitegli i figli, rigategli la macchina, rubategli in casa, ma un’ora di tivù senza spot è un vero attentato al suo Zeitgeist”, scrive Robecchi, ed effettivamente è proprio questo uno dei punti cruciali del romanzo che come sempre accompagnerà il lettore in un percorso thriller, spassoso e godibile.

 

Alessandro Robecchi
Flora
Sellerio, 286 pp., 15 euro

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