Una fogliata di libri

A cuore aperto

Giuseppe Fantasia

La recensione del libro di Elvira Lindo (Guanda, 384 pp., 19 euro)

Vivere la propria infanzia e adolescenza – soprattutto con serenità – dovrebbe essere un diritto e non un privilegio riservato solo ad alcuni, perché sono quelli gli anni formativi per il corpo e la mente di un bambino, contenitori di emozioni e di esperienze che resteranno poi nei ricordi. Una come Elvira Lindo, scrittrice e giornalista spagnola, si è ritrovata a diventare adulta troppo in fretta, a dieci anni. Il motivo? Una famiglia sicuramente originale in cui due genitori instabili – chi per salute (sua madre), chi per carattere (suo padre) – l’avranno pur danneggiata, ma a ben vedere anche aiutata, solo che c’è voluto del tempo e più attenzione per notarlo e ammetterlo. “A volte ci si impiega mezza vita per riuscire a guardare se stessi con compassione”, scrive l’autrice nata a Cadice nel 1962 in questo libro che è un memoir dedicato alla sua famiglia, un racconto ricco d’umanità, di storia e di storie in cui a emergere è proprio quel suo lato fanciullesco che, a volte, sembra non voler mai andare via. Lei, la piccola (è la figlia minore) e poi grande Elvira, riprende tutto come se fosse una telecamera invisibile, ripercorre quei periodi in cui – più che dire – osservava e subiva. Mai quanto sua madre, certo, che del padre sopportava “il delirio e l’arbitrarietà”, per poi  rimpiangere, però, di non aver realizzato al meglio le proprie aspirazioni. Una donna fragile vittima di una patologia  cui si riferisce il titolo del libro ben tradotto da Roberta Bovaia, ma non solo. Sì, perché è proprio Elvira che “a cuore aperto” accompagna i suoi genitori e quindi se stessa (e noi con lei) nel punto di partenza delle loro vite, contemplandone vizi e virtù, passioni e volontà, gioie e dolori, luci e ombre che prima o poi saltano fuori. Inventando personaggi amatissimi in Spagna e non solo – su tutti, Manolito Gafotas, il timido e occhialuto bambino del popolare quartiere madrileno Carabanchel, protagonista di tanti suoi libri di successo per ragazzi – è riuscita sempre a raccontarci l’infanzia e l’adolescenza al meglio, con tutti i pregi, i difetti e i misteri che esse contengono, ma qui ha preso il posto di quel ragazzino che non riesce sempre a capire il mondo in cui abita per scoprire il suo e finalmente scoprirsi, analizzarsi e capirsi, riuscendo persino a perdonare. Il tempo allevia il dolore, non cura le ferite ma le conserva per riportarle tutte a galla quando uno meno se l’aspetta. E’ la memoria che aiuta, perché – lei ci insegna –  riesce a censurare il nero di alcuni anni e permette di ricominciare ad amare.  
 

Elvira Lindo
A cuore aperto
Guanda, 384 pp., 19 euro

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