Una fogliata di libri

Dalla mia vita. Poesia e verità

Rinaldo Censi

La recensione del libro di Johann Wolfgang Goethe (Bompiani, 1.955 pp., 60 euro)

Nel 1808, sulla soglia dei sessant’anni, Goethe può già pregiarsi di quel famoso titolo (una specie di stemma araldico) coniato da Alberto Arbasino: spicca insomma nel panorama letterario come un “venerato maestro”. L’editore Cotta sta pubblicando le sue opere in tredici volumi (usciranno tra il 1806 e il 1810) e il poeta, a cui non fa difetto l’autostima, considera ormai avviato quel percorso destinato a farlo “diventare storia a se stesso” – frase che non si stancherà di ripetere durante gli anni della vecchiaia. Proprio in occasione del suo cinquantanovesimo compleanno, Goethe pone esplicitamente le basi al suo progetto biografico. Lo ricorda in una pagina del suo diario il filologo Friedrich Wilhelm Riemer – precettore del figlio e curatore delle sue edizioni. Riprendiamo le notizie dalla minuziosa cronologia dell’opera contenuta nella nuova edizione di Dalla mia vita. Poesia e verità, pubblicata dai tipi di Bompiani nella collana “Il Pensiero Occidentale” (la cura è di Laura Balbiani; la prefazione di Marino Freschi).

 

Il piano di lavoro accompagnerà Goethe dal 1810, anno in cui schizza una bozza generale dell’opera, al 1833, anno in cui appare – postumo – il quarto volume, curato e rimaneggiato dal fedele Riemer e da Johann-Peter Eckermann, responsabile delle famose “Conversazioni”. Goethe lavora al progetto nel tempo vacante, rubato ad altre opere. Non conosce riposo: la sua vita è immersa nella scrittura. Imposta il suo schema dopo aver licenziato la Teoria dei colori. Pubblica il primo volume nel 1811, il secondo nel 1812, il terzo nel 1814, ma è immerso in altri progetti: viaggia, studia, conversa, moltiplica i testi autobiografici (Viaggio in Italia esce tra il 1816-1817). Si muove a zig-zag. Non si ferma, non si fa scrupoli: contatta amici, confronta ricordi, annota lacune, si danna per aver distrutto lettere che coprono vent’anni di corrispondenza. Lambisce l’autobiografia, la cita nelle lettere a mo’ di memorandum, vi fa ritorno. Ne esce un testo indispensabile. Lui per primo, sprovvisto di modestia, lo sottolinea. Nel 1814 scrive infatti a Franz Bernhard von Bucholtz: “In tutta onestà, credo che il servizio migliore che posso fare alla mia patria sia quello di proseguire con il mio tentativo biografico, descrivendo con equità e serenità i mutamenti della cultura morale, estetica e filosofica di cui sono stato testimone”. È ciò che trovate in questo splendido volume.

 

Johann Wolfgang Goethe
Dalla mia vita. Poesia e verità
Bompiani, 1.955 pp., 60 euro