Ernesto Colnago. Il maestro e la bicicletta

Giovanni Battistuzzi

La recensione del libro di Marco Pastonesi (66thand2nd, 144 pp., 15 euro)

Fosse vero quello che disse Costante Girardengo a Renato Casalbore, che “ogni bicicletta suona diversa, alcune sono solo tintinnii, altre musica sinfonica, dipende dalle mani che le hanno costruite”, allora le sue sarebbero una marcia trionfale. O forse no. Perché Ernesto Colnago è uno che i frizzi e i lazzi li lascia volentieri in disparte, uomo solido piantato su solida terra, anzi su solida materia, quella dei telai. Uno che il lavoro prima di tutto e assieme al lavoro gli amori, due, per tutta la vita: le biciclette e la sua, compianta, Vincenzina. E allora nessuna marcia trionfale, basta “Vincenzina e la fabbrica” di Enzo Jannacci, anche se il contesto è un altro e gli scioperi e la penuria di lavoro non c’entrano niente con un sarto della bici divenuto imprenditore.

 

La storia di Ernesto Colnago inizia nel 1932 a Cambiago, nella Brianza agricola. Quella delle sue biciclette qualche anno dopo, a guerra finita da poco. Non sono ancora le sue biciclette, ma quelle della Gloria, marchio che fu storico e illustre, finito come tanti nel dimenticatoio della storia.

La storia di Ernesto Colnago e delle sue, questa volta davvero, biciclette, cavalca gli ultimi quarant’anni del Novecento, arriva sino a oggi. E’ un susseguirsi di meraviglie e idee straordinarie, di innovazioni talentuose e oggetti magnifici, destrieri d’acciaio, prima, e carbonio, poi, spinti da molto del meglio che il ciclismo ha saputo offrire. E’ una storia imprenditoriale italiana, anzi sartoriale, ma di quelle basate su passione e intuizione, capacità di anticipare il futuro prima e meglio degli altri.

E’ una storia che è un flusso di coscienza che mette assieme metalli e personaggi, perché nient’altro che questo è la bicicletta, un insieme indivisibile tra ciò che si tocca e che si muove pedalando e ciò che si sente, si percepisce, si vive.

E’ una storia che attraversa l’Italia e l’Europa, come il ciclismo, nient’altro che come il ciclismo, messa in parole da chi, meglio di tanti, ha saputo in questi anni unire bicicletta e sentimento, pedali e passione, Marco Pastonesi. Ernesto Colnago. Il maestro e la bicicletta, potrebbe benissimo fare a meno della E e sostituirla con la È, perché, almeno nel caso di Colnago, il maestro è la bicicletta. Un’unione troppo forte, una cosa soltanto. Le biciclette di Ernesto Colnago suonano, lo sa chi le ha pedalate almeno una volta. Ognuno ci sente la propria musica, quella che non serve avere cuffie per ascoltare, basta la strada, la salita, la discesa, il muovere i pedali.

 

Marco Pastonesi
Ernesto Colnago. Il maestro e la bicicletta
66thand2nd, 144 pp., 15 euro

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