Una fogliata di libri

Tredici lune

Giorgia Mecca

La recensione del libro di Alessandro Gazoia, nottetempo, 199pp., 15 euro

Tutti e due sappiamo che non dobbiamo prenderci troppo sul serio adesso, perché dopo non potremo ripetere questa intensità. Dopo non ci sarà tutto questo esistenzialismo, dopo non avrai tutta questa voglia di scopare con me. Dico questo con voce rassegnata, nella speranza che Elsa mi fermi subito, mi rimproveri di rovinare tutto, invece mi conosce e mi lascia finire”. Elsa è arrivata da Napoli con il treno del venerdì, sarebbe dovuta rimanere una settimana al nord dall’uomo con cui ha una relazione, questi erano i patti e questo era giusto. Poi però hanno chiuso l’Italia, vietato gli spostamenti, deciso il lockdown, la nostra vita nell’ultimo anno. Elsa torna a Napoli, Ale, il protagonista, non la trattiene anche se vorrebbe farlo, anche se ha molta più paura di perdere la donna che ama che di una vana pandemia. Comincia così Tredici Lune, il primo romanzo di Alessandro Gazoia, proposto da Gaia Manzini per il premio Strega. Ci sono state promesse mai mantenute in questi mesi, illusioni di poveri e sprovvisti amanti, sovrainterpretazioni, isolamenti, distanziamenti senza ritorno, il mondo chiuso fuori e tutti dentro a impazzire, confusi e reclusi, Ale che passa pomeriggi interi ad ascoltare il proprio respiro, a guardarsi allo specchio ripetendo Elsa, Elsa, Elsa.

 

“Conto i viveri rimasti, quanti pacchi di pasta e riso, quante bottiglie di salsa al pomodoro, quanti barattoli di piselli lenticchie ananas e tolgo da sotto il lavello il secchio di plastica che uso per buttare la plastica. Poi mi scuso, Elsa, se ti disturbo di nuovo, se sono eccessivo però ti prego, solo per prudenza, per scaramanzia per qualche giorno soltanto, ti prego di fare lo stesso”. Il 2020 è stato un anno con tredici lune, ovvero un anno lunare in cui un numero elevato di persone soffre di depressione e si verificano tragedie personali. Ale lo ha letto nei titoli di coda del film di Fassbinder “Un anno con tredici lune” dopo che Elsa è partita, prima di promettersi che lo avrebbero guardato insieme, un giorno. Comincia la primavera e continua il lockdown, spariscono i programmi, la prima persona plurale, WhatsApp smette di suonare, il futuro non esiste e ci sono domande a cui Elsa ha smesso di rispondere. Ci siamo salvati da soli in questo anno, ognuno per conto proprio, l’amore non è stato sufficiente, abbiamo scoperto che le cose di cui abbiamo bisogno sono troppe e finiscono troppo presto. Gazoia racconta la costruzione e la distruzione di un amore, il panico di quei giorni, la nostra inadeguatezza. Una sera di giugno, il film di Fassbinder Ale decide di guardarlo da solo. 

 


Tredici lune
Alessandro Gazoia
nottetempo, 199pp, 15 euro

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