una fogliata di libri

Il Mare di Mezzo. Una storia del Mediterraneo

Massimo Morello

La recensione del libro di John Julius Norwich, Sellerio, 1.097 pp., 20 euro

Non c’è indice dei luoghi nel “Mare di Mezzo”. Devi sfogliare le mille pagine per trovare nel Mediterraneo i tuoi porti, quegli snodi nomadici in cui confluiscono uomini venuti da tutti gli orizzonti. Anche l’indice dei nomi concede poco all’immaginazione: poche pagine per il Barbarossa corsaro, ben di più per Federico Barbarossa. Differenza più che giustificata, considerando che il secondo è imperatore del Sacro Romano Impero, ma a prima vista ben poco romantica. Per coloro che interpretano il termine “breviario” nel senso letterale di “opera che si ha sempre tra le mani”, il Breviario del Mediterraneo di Predrag Matvejevicć, dove il mar Mediterraneo si estende sin là dove cresce l’olivo, la prima sensazione sfogliando Il Mare di Mezzo non è certo quella di un nuovo breviario. Ma si trova una storia vera. Il visconte John Julius Norwich (1929-2018), diplomatico, gentiluomo, storico colto curioso, spiritoso, ci coinvolge, come in una serie Netflix, in una lunghissima cronaca dagli egizi alla Grande Guerra (che, secondo l’autore, ha radicalmente cambiato tutto). E’ una rappresentazione popolata da un’infinità di personaggi, moltissimi anche minori, le cui vicende sono analizzate nei loro intrecci e nei loro intrighi. Molto spesso sembra di leggere le analisi degli scenari contemporanei scritte da un grande reporter, in cui i conflitti, le politiche nazionali e internazionali, si animano e spiegano nei retroscena, anche nello scandalo. Così, ad esempio, per tornare al nostro Barbarossa, “nato sull’isola di Lesbo da un ex giannizzero di origine greca, che lavorava ormai come vasaio e aveva preso in moglie la vedova di un prete greco”, quel corsaro che avrebbe dominato e terrorizzato il mare di mezzo appare anche nei panni dell’astuto ruffiano che mise a sacco Fondi, per far dono al Sultano di Giulia Gonzaga “la donna più bella del tempo, ritratta da Sebastiano del Piombo e Tiziano, cantata da Ariosto e Tasso” che in quella cittadina ospitava “una piccola corte colta e raffinata”. La donna riuscì a fuggire “in camicia da notte, con un solo servitore, che poi condannò a morte con la motivazione che si era mostrato troppo intraprendente”. Alla fine, il visconte di Norwich ci appare lui stesso come il personaggio di quella grande storia del Mediterraneo narrata da Fernand Braudel, il teorico della “storia totale”. Una storia in cui, proprio come nel Mediterraneo, “da millenni tutto vi confluisce: bestie da soma, vetture, merci, navi, idee, religioni, modi di vivere”. 

 

Il Mare di Mezzo. Una storia del Mediterraneo
John Julius Norwich 
Sellerio, 1.097 pp., 20 euro

 

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