Una fogliata di libri

Fiaba di Natale

Flaminia Marinaro

La recensione del libro di Simona Baldelli (Sellerio, 192 pp., 13 euro)

Alla vigilia di un Natale così particolare, la storia dell’Uomo dell’aria che molti ricorderanno nell’autobiografia cinematografica di Philippe Petit e che l’autrice richiama in esergo,  è quanto mai adatta per dar voce alle insicurezze e alle fragilità dell’animo umano. Una fiaba per i lettori più piccoli che dura giusto il tempo della traversata.
Il cavo  d’acciaio sospeso dalla croce del campanile alla biblioteca, l’anziano funambolo che dolente e fiero ondeggia tra la vita e la morte. Il cielo plumbeo minaccia la pioggia, il volo di un gabbiano sembra colpirlo, per strada la folla  si fa sempre più fitta, le teste reclinate  all’indietro e i nasi all’insù, gli sguardi increduli di fronte a quello spettacolo spericolato e stupefacente.
Qualcuno lo riconosce: “E’ tornato l’Uomo dell’aria!”, gridano in coro mentre una goccia di sangue precipita sul selciato. Sono passati anni da quando si esibiva in città,  ma adesso i suoi piedi fanno fatica a restare in bilico sulla fune senza graffiarsi, la schiena si piega rischiando di fargli perdere l’equilibrio. La tenacia però è sempre quella, il carattere non è cambiato, il tempo in questo ha avuto la peggio.
A fare da cornice alla storia c’è  una galleria colorata di personaggi,  il pompiere, il medico, il prete del paese, la presentatrice televisiva con un’intera troupe di cameramen, un’astrofisica, un bambino con il lecca-lecca e il berretto calato sulla testa. Ancora,  due giovani fidanzati che riprendono la scena con un telefonino, una rondine che gira curiosa intorno al campanile.  Non manca nulla dell’impostazione narrativa che si apprende nelle  scuole di scrittura creativa da cui Baldelli è uscita a pieni voti e che a tratti, però, rischia di appesantire il racconto.
L’autrice sceglie tempo e spazio immaginari, non  racconta nulla di  un prima e di un dopo, ma esaurisce il racconto in quell’incrocio di sguardi e di emozioni. Nascosta tra la gente c’è la figlia del funambolo, non si vedono da decenni.    “Per quale ragione?”, si domanda lei. “Cosa sono le stelle?”, gli aveva chiesto l’ultima volta. “Sogni”, rispose suo padre prima di scappare per rincorrere i suoi. E’ cambiata da come la ricordava bambina, gli sguardi incollati attraversano le nuvole,  lo spazio infinito continua a tenerli lontani mentre i pensieri sembrano incrociarsi. Vorrebbero abbracciarsi? Forse. Molte domande restano sospese, fino alla fine. A cominciare da quella che ossessivamente si ripete l’Uomo dell’aria: “Perché siete venuti a vedermi?”  e da quella della  bizzarra platea che osserva incantata: “Perché lo fa?”.
Probabilmente, come cantava Bob Dylan, una risposta non c’è, o forse è nascosta nel vento o nella pioggia che appare provvidenziale e diabolica insieme nelle ultime scene della narrazione, per offrire un finale a una storia che vuole farsi davvero metafora della nostra vita.

   

Simona Baldelli
Fiaba di Natale
Sellerio, 192 pp., 13 euro

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