Uomini o Consumatori? Il declino del Ceo capitalism

Matteo Matzuzzi

La recensione del libro di Giovanni Maddalena e Riccardo Ruggeri, (informazioni su zafferano.news)

Il libro di Giovanni Maddalena e Riccardo Ruggeri si presenta, alla vista, come un patchwork di giornalismo gonzo, riflessioni filosoficamente orientate, aneddotica informata sul mondo dei soldi e del potere; sembrerebbe dunque prestarsi alla descrizione, per scatti ravvicinati e impressioni istantanee, di dinamiche ancora troppo prossime per essere osservate con la distanza necessaria. Invece, leggendo questo centone riorganizzato di interventi per lo più già editi del manager e di un filosofo ben noto ai lettori di queste pagine, ci si imbatte in un’analisi lucida delle radici di ciò che è stato e dello squadernarsi di ciò che sarà. L’idea su cui l’impalcatura dialogica del libro è costruita è che il “ceo capitalism”, quel sistema di relazioni economiche e potere nato dall’incrocio fra “liberalismo economico globalizzato, progressismo e avanguardismo”, è entrato in crisi, e questa crisi non si spiega con il fatto che quel modello non funziona più, ma perché ha funzionato anche troppo. E’ all’interno del perimetro della sua stessa natura che si stanno manifestando segni di cedimento. Che cos’è il “ceo capitalism”? Ruggeri, che ha navigato per una vita nel mondo dell’industria e della finanza conservando un certo spirito iconoclasta, ha coniato il termine per indicare una “alterazione radicale del capitalismo”, dove “le responsabilità non sono più del ‘padrone’ o dell’imprenditore, ma sfumano in una rete indefinita”. Il “ceo capitalism” è dominato dai supermanager e dagli amministratori delegati, figure impersonali che non rischiano il proprio capitale e che sono nominate da un consiglio di amministrazione, e in questa spostamento del soggetto capitalistico Ruggeri vede un cambiamento del codice genetico del liberalismo economico e del mercato così com’erano stati concepito all’origine. Il “ceo capitalism” è il capitalismo arrivato alla fine della storia, secondo il paradigma messo a fuoco da Francis Fukuyama e che non a caso compare proprio nell’apertura del volume, e gli autori mostrano la degenerazione, spacciata per progresso, non tramite un impianto critico ordinato ma per pennellate organizzate in modo coerente. La natura del sistema emerge dal racconto dei party esclusivi della finanza a New York, dai racconti del clima del World Economic Forum di Davos riferiti da osservatori affidabili, dall’analisi serata dei discorsi di fine anno ad Harvard, dal turismo sessuale africano di certe donne bianche altolocate, dai ricordi del mondo operaio. E’ all’interno di questo succedersi di immagini che si svolgono le intuizioni fondamentali del libro. Innanzitutto questa: “L’idea centrale del ceo capitalism è la trasformazione dell’uomo in consumatore”. Sembra roba vecchia, novecentesca, e invece l’elevazione del consumo a metro della dell’umano ha radicali implicazioni antropologiche ancora da scoprire. Il paradigma, tuttavia, scricchiola e non c’è bisogno di dilungarsi troppo per spiegare che Donald Trump e il variopinto club dei leader populisti e illiberali sono figure passeggere di un’insofferenza carsica che trova le sue vie per emergere in superficie. Potrebbe sembrare il solito ritornello sul rovesciamento delle vecchie élite, ma anche qui gli autori sparigliano, spiegando che “il pallino torna in ogni caso alle élite”, perché “senza classe dirigente non si può stare”.

  


 

Giovanni Maddalena e Riccardo Ruggeri
Uomini o Consumatori? Il declino del Ceo capitalism
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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.