Società in America

Giuseppe Bedeschi

Recensione del libro di Harriet Martineau edito da Aracne (312 pp., 18 euro)

Harriet Martineau è stata una delle più brillanti scrittrici inglesi dell’Ottocento. Il suo lavoro di maggiore impegno è nato dal suo viaggio in America (Society in America), dove ella giunse nel settembre 1834 e dove si trattenne due anni, percorrendo gli Stati Uniti in lungo e in largo. La sua curiosità culturale, sociale ed economica era inesauribile: visitò le fabbriche del nord, le piantagioni del sud e le fattorie dell’ovest, volle vedere gli ospedali e le prigioni, prese contatto con le istituzioni culturali più note, parlò con un numero elevato di persone di ogni condizione, uomini politici compresi (conobbe Madison, col quale ebbe lunghe conversazioni sulla storia e la Costituzione del paese).

Abbiamo oggi una edizione italiana della Società in America di Martineau, curata e antologizzata con intelligenza da Ginevra Conti Odorisio, la quale ha premesso al volume una bella Presentazione. Per certi versi, l’opera della Martineau presenta punti di contatto con la Democrazia in America di Tocqueville (che aveva viaggiato negli Stati Uniti alcuni anni prima), per altri versi se ne differenzia. Anche la Martineau è colpita dall’eguaglianza delle condizioni nella società americana. Ella scrive infatti: “Non si può in alcun modo sottovalutare l’effetto che si produce nel visitatore straniero, quando questi rileva l’assenza di povertà, di grossolana ignoranza, di qualsiasi servilismo e di ogni genere di insolenza. Nelle città, in ogni abitante ho visto un cittadino indipendente; nelle campagne un proprietario terriero. Ho constatato che anche i paesi avevano i loro giornali, le giovani operaie delle fabbriche le loro biblioteche. Ho assistito alle discussioni tra candidati a pubblici uffici, spesso riguardanti materie molto complesse, sulle quali avrebbe deciso il popolo”. Anche la Martineau coglie la profonda e indissolubile connessione fra la democrazia americana e la religione cristiana: “La religione cristiana viene ritenuta l’aspetto più elevato dei diritti dell’uomo… In essa si trova la sanzione di tutti i giusti bisogni dell’eguaglianza politica e sociale… Questa è in effetti la sua dottrina fondamentale, e in questo senso essa è la radice della democrazia, e cioè del principio che inserisce tra i diritti inalienabili di tutti gli uomini la vita, la libertà e la ricerca della felicità. La democrazia americana è profondamente ancorata nella religione cristiana, nei suoi princìpi e in tutto ciò che esiste di buono nella religione naturale, che essa rende più vivo e luminoso senza alterarlo”.

Ma rispetto a Tocqueville la Martineau dedica assai più attenzione e spazio a due problemi: il fatto che negli Stati Uniti non fosse riconosciuta la cittadinanza politica delle donne, e lo schiavismo. Su questi temi il lettore troverà in questo libro pagine appassionate, ricche di notizie e di dati (soprattutto sulla condizione degli schiavi).

  

Società in America
Harriet Martineau
Aracne, 312 pp., 18 euro

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