Prima di noi

Andrea Frateff-Gianni

Recensione le libro di Giorgio Fontana edito da Sellerio (896 pp., 22 euro)

Ci vuole del coraggio, oltre a una notevole dose di spavalderia letteraria, per cominciare al giorno d’oggi un romanzo di quasi novecento pagine con la parola “issatosi”. Lo fa Giorgio Fontana in Prima di noi, appena pubblicato da Sellerio. Il giovane scrittore non ancora quarantenne – ma già Premio Campiello nel 2014 con Morte di un uomo felice – racconta, attraverso la storia di una famiglia, tutto il Novecento italiano. Si parte narrando le vicende di Maurizio, il capostipite dei Sartori. Si comincia così con la storia di un soldato disertore che dopo la sconfitta di Caporetto trova rifugio in un paesino del Friuli e mette incinta la figlia del fattore che lo sta ospitando, Nadia Tassan. E’ lui il fondatore di questa stirpe di cui seguiremo le vicissitudini, fino ad arrivare al tempo abitato da Letizia, laureata precaria del nuovo millennio, vittima di violentissimi attacchi di panico, residente nella periferia est milanese. Dal Friuli a Milano, dal 1917 al 2012. In mezzo: due guerre, Mussolini e il fascismo. La Resistenza e la lotta partigiana. Gli scioperi nelle fabbriche e le rivolte studentesche. Gli anni del terrorismo, il sogno anarchico e le stragi. “Per decenni, per quasi un secolo la famiglia Sartori aveva costruito una nave partendo dal poco legno disponibile: di generazione in generazione era uscita dal fango e dall’oscurità alzando alberi, tessendo vele, rinforzando lo scafo e accumulando cordame”, scrive Fontana quasi alla fine del libro. Attraverso la vita degli altri sette discendenti, Gabriele e Renzo, Eloisa e Davide, Diana, Libero e Dario, vivremo assieme all’epopea di questa famiglia bizzarra anche la storia di un paese che cambia. La scrittura è fluente e rapida e particolarmente sagaci sono i tratti del romanzo dove viene fatta letteralmente a pezzi la campagna lombarda e l’hinterland milanese “dal cielo sempre bianco”, con paesi con nomi così ridicoli come Cesate, Abbiategrasso, Caronno Pertusella, Crescenzago se paragonati al suono dei nomi altisonanti della provincia friulana come Collalto, Rive d’Arcano, Spilimbergo, Maniago, Istrago.

Il romanzo è torrenziale, ma Fontana non perde un colpo e il suo lavoro ricorda per risolutezza sia il De Lillo di Underworld che lo Scibona de Il Sopravvissuto, che in questo caso vengono mixati con maestria al Fenoglio di Una questione privata e ai Buddenbrook di Thomas Mann. Con Prima di noi Fontana riesce, in un momento storico dove il massimo sforzo che facciamo è scorrere la timeline di Twitter, a vincere una ambiziosissima sfida: quella di tenere l’attenzione del lettore vigile fino alla conclusione del romanzo.

Particolarmente adatte per descrivere il lavoro di Fontana risultano infine essere le parole di Claudia Durastanti riportate in quarta di copertina: “Questo romanzo è un proiettile che entra nel Novecento italiano, passa la storia da parte a parte e fuoriesce dal presente trasformando il lettore dopo essergli entrato nella testa, quanto nel cuore”. Insomma, un cannonata. 

  

Prima di noi
Giorgio Fontana
Sellerio, 896 pp., 22 euro

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