Studi jaspersiani. Il dialogo interreligioso

Maurizio Schoepflin

Aa. Vv.
Orthotes, 342 pp., 25 euro

Nato nel 1883 a Oldenburg, nella regione tedesca della Bassa Sassonia, e morto a Basilea nel 1969, Karl Jaspers viene considerato uno dei maggiori rappresentanti della filosofia esistenzialista. Proveniente da studi di medicina e di psicologia, si sentì profondamente debitore nei confronti del magistero di Max Weber, conosciuto nel 1909. Collocandosi sulla scia della grande lezione di Kierkegaard, Jaspers pose al centro della propria indagine l’uomo nella sua singolarità, tentando così di chiarire il significato dell’esistenza individuale. All’interno di questo contesto speculativo emerge pure il suo vivo interesse per la dimensione della trascendenza e della religione, caratteristica che fa di lui una sorta di unicum nel panorama del pensiero del XX secolo, contraddistinto dalla reciproca indifferenza tra la filosofia e la teologia, come si legge nella Premessa di questo denso volume, che rappresenta il VI numero di Studi jaspersiani, la prestigiosa rivista annuale della “Società Italiana Karl Jaspers”, e che assai significativamente è dedicato al dialogo interreligioso. Nel 1962 il filosofo tedesco pubblicò un’opera dal titolo molto espressivo, La fede filosofica di fronte alla rivelazione, che, come sostengono Omar Brino, Roberto Celada Ballanti e Roberto Garaventa, “rappresenta il più eloquente documento del libero ascolto jaspersiano delle grandi idee metafisiche e religiose, occidentali e orientali, assimilate a una robusta coscienza trascendentale e storica capace di ricondurle alle strutture cognitive del pensare, là dove, nel punto in cui naufragano, insieme agli orizzonti mondani, pretese totalizzanti, dogmatismi e confessionalismi, la libertà può scoprirsi donata dalla Trascendenza e la fede annodarsi a una rivelazione che rinviene il proprio locus nella coscienza del singolo prima che in Libri sacri e chiese”. Dunque, l’interesse di Jaspers per la dimensione religiosa è indubbio, ed è proprio tale interesse che lo conduce a confrontarsi con la difficile questione riguardante la pluralità delle religioni e delle chiese, che molto spesso ha comportato e comporta drammatiche chiusure e profonde ostilità. Nella prima parte del volume sono accolti vari contributi in cui vengono discusse le principali proposte teoriche relative al fatto religioso avanzate dal pensatore germanico: non casualmente, in queste pagine trova spazio la trattazione di alcuni concetti chiave della jaspersiana filosofia della religione, quali “cifra”, “situazione limite”, “naufragio”, “trascendenza” e altri ancora. Nella seconda sezione sono presenti alcuni saggi dedicati al confronto che il Nostro stabilì con varie figure da lui poste alla confluenza di religione e filosofia, come, nel passato, Gesù, il sapiente indiano Nagarjuna e Niccolò Cusano, e, nell’epoca contemporanea, Simone Weil, Paul Ricoeur e Jurgen Habermas. Riflettendo su questi protagonisti del pensiero religioso, Jaspers manifestò la speranza che le varie fedi potessero incontrarsi nel rispetto delle diverse tradizioni. 

 

STUDI JASPERSIANI. IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
Aa. Vv.
Orthotes, 342 pp., 25 euro

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