recensioni foglianti

L'amore al tempo degli scoiattoli

Gaia Montanaro

Elizabeth McKenzie
Marsilio, 442 pp., 18 euro

Ci sono molti modi per raccontare una storia d’amore ma indubbiamente la variabile “scoiattolo” non è tra le più frequenti. Il simpatico roditore fa da contrappunto letterario nel secondo romanzo di Elizabeth McKenzie, finalista al National Book Award dello scorso anno. Siamo a Palo Alto, città californiana che fa da sfondo all’amore tra Veblen, trentenne di origine norvegese – deve il proprio nome all’economista Thorstein Veblen autore de La teoria della classe agiata – naïf e vitale, “comportamentista indipendente, esperta sollevatrice d’animi e freelance nell’animo” nonché fan spassionata degli scoiattoli e Paul – brillante neurologo alle prese con un brevetto per realizzare uno strumento per la craniotomia da utilizzare sui soldati colpiti alla testa – ragazzo affidabile e quadrato benché proveniente da una famiglia di hippy parecchio disfunzionali. Quando Veblen e Paul decidono di sposarsi le loro esistenze cominciano inevitabilmente a mischiarsi e il risultato di questo improbabile cluster dà vita a una serie di cortocircuiti. Sì, perché entrambi si portano dietro famiglie decisamente ingombranti a partire da Melanie, la madre di Veblen, ipocondriaca e narcisista, a cui sono affidate le stoccate più ironiche del romanzo. E’ proprio lei infatti a non capacitarsi di come possa funzionare un matrimonio tra due persone apparentemente così lontane e che, durante la prima visita dei futuri sposi, sussurrerà alla figlia: “E’ l’anello di una mantenuta, questo”. Ma poi ci sono anche l’ex marito di Melanie – Rudgear – rinchiuso da anni in un ospedale psichiatrico e quello attuale – Linus – che le è totalmente asservito. Anche la famiglia di Paul non se la passa meglio: due genitori decisamente freak e un fratello disabile – Justin – dalla parlantina irrefrenabile e politicamente scorretta. La storia d’amore tra Veblen e Paul diventa quindi la storia di due famiglie che devono cominciare a coesistere, a trovare spazi e modi di comunicare dosando, non sempre con grandi risultati, la loro presenza nella vita dei futuri sposi. Le cose, come previsto, precipitano e il romanzo assume i toni di una commedia surreale dal retrogusto dolceamaro, con il venire a galla di una serie di ferite e incomprensioni del passato accanto a tentativi di tenere insieme come degli equilibristi vite così scompaginate. La McKenzie riesce, con una scrittura calibrata ed elegante, a unificare un racconto a rischio dispersione, mostrando una spiccata capacità di raccontare personaggi a tutto tondo e ben sfaccettati. Il suo è un vero e proprio microcosmo ironico dove però ogni carattere trova un proprio posto e una dignità di esistenza tramite il contrasto tra uno stile leggero e una narrazione a tratti più profonda che disegna i tasselli di un puzzle caleidoscopico e imperfetto, come la vita.
E quando l’esasperazione e la frenesia del vivere arrivano al limite, rimane sempre una soluzione: la trappola per far fuori gli scoiattoli. Paul docet.

 

L'AMORE AL TEMPO DEGLI SCOIATTOLI
Elizabeth McKenzie
Marsilio, 442 pp., 18 euro

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