recensioni foglianti

Ossa di sole

Nicola Baroni

Mike McCormack, il Saggiatore, 242 pp., 24 euro

Marcus Conway, ingegnere padre e marito, viene svegliato dalla campana dell’Angelus e nelle poche ore che seguono ripercorre in monologo alcuni episodi della sua vita: tutti banali, nessuno degno di nota. Ma la scarna trama non dice nulla di ciò che in realtà stiamo leggendo, perché Ossa di sole di Mike McCormack è innanzitutto il romanzo dell’ansia. Un’ansia che pervade il meccanismo narrativo a ogni livello, che striscia ora esplicita nei ricordi, ora appena percepibile, che diventa stile – il romanzo è un’unica frase lunga 240 pagine e interrotta solo dagli a capo – e che lentamente si deposita nel lettore. Si affaccia senza nome nelle prime pagine per non andarsene più: “C’è in tutto questo qualcosa di strano… una vertigine che mi porta / in giro per casa… perché questa sensazione che ci siano / soglie da varcare / cose da sistemare / controlli da fare”.
Prima di dedicarsi all’ingegneria civile, Marcus è stato in seminario: modi diversi ma in fondo identici (e disperati) di tendere “alla stabilità della costruzione e non a questo tempo onirico circolare e caotico”, sforzandosi di credere in un catechismo che descrive “il mondo intero eretto sulle verità fondamentali, svettante e rigido come lo vorrebbe un ingegnere strutturale”.
Ma la realtà è molto diversa da quella descritta dal catechismo: è disordinata, imprevedibile e incontrollabile. E in tale contesto l’ansia ha a che fare con “l’istinto animale per la catastrofe”. Basta un bicchiere fuori posto in cucina a dargli l’impressione che tutto stia per implodere, tendendo “a un qualche punto di caos oltre il quale sarebbe impossibile riportare l’ordine”. Oppure basta un’epidemia intestinale che si diffonde in città e arriva a contagiare la moglie, smentendo la sua convinzione che le news dei notiziari non avessero molto a che fare con la vita di un paesino nella provincia irlandese. Ma ecco i fatti dimostrare il contrario, con conseguente montare dell’angoscia e la necessità di sedarla riducendo la realtà a una nuova “formula gestibile”.
Eppure all’origine dell’ansia sta proprio il discostarsi del mondo da queste formule, continuamente smentite e ricostruite, lo sgretolarsi delle fragili speranze di ordine e prevedibilità. Unica arma di difesa è l’ossessionata ritualizzazione della propria esistenza in quelle “ossa di sole” che sono i “riti, ritmi e rituali / che quotidianamente sostengono il mondo”, ma sarebbe più onesto dire sostengono le singole esistenza e nulla più.
Ogni ricordo è venato da un presentimento, una “sensazione di bruciore… che uno potrebbe immaginare un secondo prima che il mondo vada in fiamme”, e alla fine il mondo in fiamme ci va davvero. Man mano che ci avviciniamo alla conclusione e scopriamo chi è realmente Marcus, voce oltretombale già persa nel “vasto oblio”, realizziamo che Ossa di sole non dà alternative all’ansia. Perché non è in fondo sbagliata “la sensazione che ciò che mi circonda sia instabile e radicato nel presente soltanto per un pelo e che alla minima pressione potrebbe sbilanciarsi e cadere”. Anzi, purtroppo è l’unica sensazione razionale. 

 

OSSA DI SOLE
Mike McCormack
il Saggiatore, 242 pp., 24 euro

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