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Natale con Epstein

Michele Masneri

Se vi turbano le festività, pensate alla famiglia reale inglese alle prese con i nuovi scandali sessuali. Che adesso riguardano anche i bagni

Se il Natale ci angoscia, se le vacanze invernali ci mettono l’ansia, se siamo terrorizzati dal cibo (la madre che cucina quell’unica pietanza a cui siamo allergici dalla nascita), dalle continue discussioni su temi “divisivi” (l’anno scorso era ancora il gender, quest’anno non è più di moda, potrebbe benissimo essere “la casa nel bosco”, cioè gli svalvolati anglo-australiani che han pensato bene di piazzarsi nelle foreste d’Abruzzo per praticare “l’home schooling. La ministra della famiglia Roccella ha fatto un post in cui dice che è ora che lo Stato smetta di intervenire nelle vite delle famiglie, non si sa se sia un deepfake o sia vero, insomma, comunque sia, possiamo consolarci col fatto che il Natale è una merda per tutti, è molto democratico). Anche per i reali. Pensiamo alla Norvegia, dove il Natale è stato praticamente inventato: lì la principessa ereditaria Mette-Marit ha appena annunciato di avere una fibrosi polmonare e di necessitare di un trapianto. Ma la sfiga arriva dopo che il figlio che la medesima principessa aveva avuto da una precedente relazione è stato accusato di stupro. La traballante monarchia spagnola è invece alle prese col vecchio ex sovrano, Juan Carlos, che dal caldo della sua isola negli Emirati ha appena fatto uscire un micidiale memoir in cui si leva un po’ di sassolini dalle scarpe. E l’Inghilterra? Da una parte il povero principe George dodicenne è stato spedito a preparare cibi per i senzatetto, come da tradizione lanciata da sua madre – saranno contenti a corte, queste novità poi quando si consolidano è difficile estirparle, come il palazzo di Castelgandolfo trasformato in museo da Papa Francesco, che oggi Leone per farci le vacanze deve andare in un altro edificio, tipo Airbnb, sennò passa per bieco reazionario. Ma chi sta peggio è Andrew Mountbatten Windsor, l’ex principe Andrea, il perenne “Randy Andy”, insomma il figlio sporcaccione di Elisabetta, che non solo è stato strippato dei suoi titoli, sfrattato da casa sua nel prestigioso “Royal lodge” nel parco di Windsor, e costretto a trasferirsi in un cottage nelle periferie di quel castello di Sandringham dove la famiglia reale trascorre le vacanze (pare, una catapecchia arredata da suo padre con gusto militaresco.

 

Una perfidia che neanche gli sceneggiatori di “The Crown”). Che poi, lo strippaggio che sembrava eccessivo pare invece ora previdente e adeguato: adesso da quel calderone senza fine che sono gli Epstein files vien fuori che proprio a Sandringham Andrea organizzava dei weekend con Epstein e la sua facilitatrice Ghislaine Maxwell. A dicembre del 2000, in particolare, all’insaputa dei genitori, avrebbe organizzato dei festeggiamenti per celebrare il di lei trentanovesimo compleanno, un fine settimana poco tradizionale, anche a partire dai gadget per gli ospiti nei bagni. Normalmente nel castello, nota il Daily Telegraph, ci sono al massimo saponi e oli essenziali provenienti dalle tenute di Carlo a Highrove. Ma stavolta le “amenities” erano diverse, si parla di ceste di benvenuto contenenti giocattoli sessuali e pure popper, non il filosofo ma la sostanza inebriante e vasodilatatrice. Scandalo, oltraggio, Sandringham è sacro, è dove Giorgio VI ha emesso l’ultimo respiro, è dove si va tutti alla messa il 25, è dove Elisabetta amava trascorrere il Natale, dove Carlo non si sa se ama pure trascorrerlo o lo fa per dovere, e preferirebbe suicidarsi, ma insomma. Del weekend sotto accusa stanno uscendo varie foto, una di Andrea sdraiato sulle ginocchia (vestite) di diverse signore (secretate), una di Epstein a caccia, vestito un po’ alla Sherlock Holmes o Philippe Daverio, con ampio tabarro. Negli ultimi giorni sono uscite ulteriori indiscrezioni (gli Epstein files sono un grande caso Emanuela Orlandi globale, andremo avanti per decenni senza sapere mai come stanno davvero le cose, ma darà da lavorare a generazioni di giornalisti). 


Tra le varie prelibatezze, pare che Epstein a un certo punto pretendesse i documenti delle ragazze, non per sincerarsi che fossero troppo giovani ma il contrario, voleva proprio la prova che fossero minorenni (ricorda quella vecchia battuta di un famoso personaggio tv italiano appassionato di ninfette minori: che a  quella del caso, già anziano, sussurrava: “ah, se fossi più giovane! E lei, ma no, non preoccuparti, vai benissimo così. No, intendevo  se fossi tu più giovane”. Comunque: il Daily Telegraph si chiede, a livello pratico, chi ha pagato per quei gadget poco protocollari nei bagni? Lo Stato? La Corona? Epstein? Adesso  il comportamento di “Randy Andy” mette a rischio anche le finanze reali. Non solo hanno speso 12 milioni di dollari per mettere a tacere (inutilmente) le accuse epsteiniane, ma adesso con l’ultimo scandalo si è scoperto che per anni non pagava l’affitto del suo “royal lodge”, e ora qualcuno metterà sicuramente il becco sulle questioni immobiliari di casa, finora rimaste fuori dall’occhio pubblico (poi saltano fuori altre storie, per  esempio nel 2006, per il diciottesimo della figlia Beatrice, Andrea dette una festa in costume dove c’era anche Weinstein: una  Davos degli sporcaccioni, un G8 versione Porky’s. Chissà adesso nella casupola che combinerà. Comunque, buon Natale, vabbè).

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  • Michele Masneri
  • Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).