(Foto di Ansa) 

Terrazzo

Sapore di mare tra elefanti al Forte

Giulio Silvano

In Versilia, per trovare opere che non siano un "pugno in un occhio", bisogna andare verso la spiaggia dove l'arte contemporanea si unisce alla moda, in modo cool e nella sabbia 

Tutte le estati la stessa storia “Com’è cambiata Forte dei Marmi!”. Anche qui è arrivato il bonus 110 e si vede ancora qualche impalcatura. Uomini di mezz’età in polo in bici con cagnetti nel cestino, o sacchetti di Bottega Veneta, tra gli oleandri e le focaccine di Valè. Pedalando un adolescente urla “We are vibing!” col padre dietro rassegnato e un po’ imbarazzato. Passeggini Cybex con le ali d’oro, camerieri che aiutano a parcheggiare i Suv di alcune ragazze, magliette e bandiere dell’Ucraina – sta male chiedere dove son finiti tutti i russi che venivano qui? 
Tra tutti i pugni negli occhi, quello più grosso sono le “opere d’arte” messe in giro per il centro, arte pubblica o pubblicità di gallerie o incompetenza degli assessori? Boh, sembra Pietrasanta l’anno scorso con i ridicoli tentativi pop di Giuseppe Veneziano – una banana blu gigante, e poi sequela di statue tipo Dante con un Mac o il Papa che fa skate. Terribili. Al Forte invece luglio 2022 tutto animalier, con uno struzzo che nasconde la testa in un cubo di Rubik, o elefanti sollevati con un argano o testone di rinoceronti. Se c’è ironia non si vede, se ci sono messaggi di qualche tipo neanche. Sembra decòr cheap da Maisons du Monde fatto con un algoritmo e una stampante 3D. Non sono nemmeno decenti Instagram opportunity, e infatti manco un selfie quando passano di lì liceali in pareo. 

 


Per trovare un po’ d’arte bisogna andare verso il mare, proprio sul bagnasciuga, con la performance di AgnesQuestionmark (Agnes?)  – lei dentro un cubo pieno d’acqua –  e poi ascoltare i talk organizzati da Salotto Studio (con Gucci) della rassegna ‘Sapore di mare – chiacchiere doposole’. Arte contemporanea e moda ormai un automatismo, ma qui fatto in modo cool, seduti sotto le tende coi piedi nella sabbia. Un po’ indie un po’ adv. Presenza del brand tramite ambassador postmoderni, piercing e occhiali a specchio, papillon e sneakers. Poi pizza e rosé e Dj set. L’altra sera al tramonto Gea Politi, motore di Flash Art, in dialogo con Arturo Galansino di palazzo Strozzi (bisogna andare a vedere Donatello!) e il fenomenale Kenny Schachter a parlare dei lati dark dell’arte contemporanea, dagli NFT al Salvador Mundi, “comprato per creare turismo, e per nascondere le uccisioni dei giornalisti tagliati a pezzi come il sushi”. Tra il pubblico Cecilia Matteucci Lavarini, Popa, l’account @Sciuraglam, Adele Ghirri, Paola Manfrin – che ha uno degli Instagram più fun dell’art world – e poi scultori con cinture Vivienne Westwood e sandali di corda, bambini biondi, micro e macro influencer, fotografi, camicie di lino e gente di Vogue. Victoria Genzini – anche lei instagrammer, altissima selezione di meme –  madre di Salotto Studio, organizza durante il giorno workshop per bambini qui al Forte, sperando che un giorno queste generazioni riescano a debellare la pseudoarte pubblica che rovina la Versilia, che tirino giù quella robaccia come si fa con le statue dei dittatori dopo un coup d’état.