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Nella settimana di Ferragosto la tv mostra i gioielli di famiglia con tre capolavori imperdibili
Da “Harry Ti Presento Sally” ai capolavori di Coppola e Hitchcock: film immortali da vedere sul piccolo schermo in questi giorni, senza il rischio di finire in qualche cena a parlare di Ponte sullo Stretto e spiagge vuote. Qualche consiglio utile
Nella settimana di Ferragosto escono solo i cafoni. Gli spritz sono più annacquati del solito, la musica troppo alta, nei ristoranti si mangia male: pesce surgelato, bambini che piangono, genitori che litigano, anziani che si lamentano dell’anticiclone. Meglio restare a casa e vedersi un film, che finire in qualche cena costretti a parlare di Ponte sullo Stretto, lettini troppo cari, spiagge vuote, genocidio. Ecco qualche consiglio utile. Mettetevi comodi, ordinate la cena, sbracatevi sul divano, trovate il punto esatto di aria condizionata e affidatevi alla vecchia tv generalista che ci viene incontro con tre film immortali. Non dovrete neanche annaspare nella melassa degli algoritmi, indecisi se iniziare un horror coreano, una miniserie sul mondo dell’hockey su prato o un documentario sulla vita di Don Lurio.
Mercoledì sera su Canale 8 c’è “Harry Ti Presento Sally”. Non c’è scrolling che regge coi dialoghi, i colori di New York, i maglioni intrecciati di Billy Crystal e Meg Ryan e Carrie Fisher a pranzo al Loeb Boathouse (“l’uomo giusto è lì fuori e se non lo prendi tu lo farà un’altra e passerai il resto della tua vita a pensare che tuo marito è sposato con un’altra”). Nora Ephron non amava scrivere sceneggiature e avrebbe volentieri mollato la stesura di questo film a metà quando sembrava sul punto di ereditare una fortuna dalla scomparsa di un suo zio ricco. Poi per fortuna l’eredità si rivelò poca cosa. Lei finì la sceneggiatura e cambiò la storia della romcom. Rivederlo ogni volta in tv è ormai come rileggere Flaubert tra un post e l’altro su Instagram. Non è più un film, è un promemoria, un monito, un’ombra elegante che protegge dal femminismo woke e scemo di oggi.
Giovedì altro capolavoro: “Il Padrino parte II”, per una meravigliosa serata vintage su Rete 4, con intervallo meteo e Tgcom24. “Quando me lo proposero, pensai che fosse una garanzia di fallimento”, diceva Coppola. “Avrebbe rovinato tutto ciò che avevo costruito”. Ma i soldi messi sul piatto dalla Paramount erano talmente tanti che valeva la pena fallire. “Il Padrino parte II” diventerà uno dei rari sequel che supera il primo episodio. A ogni conversazione sulla magnificenza di “Succession” ricordare che Coppola aveva capito tutto quarant’anni prima: il potere corrompe, ma soprattutto alla lunga annoia.
Venerdì sera, c’è “La finestra sul cortile” su Rai Movie, altro buon motivo per restare a casa (come sempre con Hitchcock). Lo presentano alla Mostra di Venezia nel ’54 e un giovane Calvino comunista, ebbro di egemonia, lo stronca senza pietà (probabilmente neanche l’aveva visto). Poi Truffaut spiegherà a tutti perché è un capolavoro. Non è un thriller ma una sitcom matrimoniale mascherata da macabro “crime”. La prima, profetica descrizione di cosa sarebbe diventata la vita domestica nell’èra dei social: uno zoo reciproco dove tutti guardano tutti. Inizia con le gocce di sudore sulla fronte di James Stewart, immobilizzato alla finestra, che si annoia nel caldo del Greenwich. Perfetto per la sera di Ferragosto. Poi inizia il weekend. Ma il peggio è passato. Anche la tv inizia a capire che l’estate è il nuovo inverno. E tira fuori i gioielli di famiglia come nella settimana di Natale.