Dal “portaborse” con Moretti al “portavoce” di Casalino. Rocco diventa un film

Andrea Minuz

L'autobiografia di carta andrà sullo schermo. E se chiamassimo Kevin Spacey per interpretare l'ex portavoce del premier Giuseppe Conte?

C’è solo un modo in Italia per togliersi il peso di aver partecipato a un reality: darsi al cinema. Il povero Pietro Taricone e Luca Argentero diventarono attori grazie al “GF”, Rocco Casalino diventerà un film. Nel grand tour delle interviste organizzate per l’uscita del suo libro autobiografico, “Il portavoce”, tornava sempre l’odioso riferimento a quella prima edizione del “GF” e lui andava su tutte le furie. Evidentemente l’ascesa politica non era bastata. Ci vuole il cinema, avrà pensato Rocco.

 

Eccolo dunque pronto a riannodarsi a tutta la gloriosa tradizione del nostro film civile, Rosi, Petri, Damiani, Casalino. C’era una volta “Il portaborse” con Nanni Moretti, ci sarà “Il portavoce” di Rocco. Potrebbe anzi essere un sequel perfetto del film di Luchetti: figura emblematica della Casta, il “portaborse” diventa personaggio televisivo, quindi spin doctor, quindi portavoce di Palazzo Chigi, eroe di un nuovo mondo liberato dalla Casta.

 

Che il libro di Casalino fosse destinato a diventare un film si era già capito dalla copertina, un omaggio dichiarato alla grafica di “House of Cards”. E chi meglio di Kevin Spacey per interpretare Rocco? Fossi il suo agente non ci penserei due volte. Dopo le accuse di abusi e molestie sessuali, Casalino è il ruolo perfetto per il grande ritorno e la riabilitazione dell’attore americano, roba da Oscar, come Dustin Hoffman in “Rainman” o Tom Hanks in “Philadelphia” (Kevin Spacey peraltro è già pronto: sta girando proprio in questi giorni a Torino un film con Franco Nero).

  

Tutta la parte in Germania, col dramma dell’immigrazione italiana e del padre violento, andrà rifatta in salsa neorealista, magari in bianco e nero (modelli: “I Magliari” con Sordi, “Pane e cioccolata” con Manfredi cameriere in Svizzera). Poi la facoltà di Ingegneria, il provino al “GF”, la tv, il giornalismo, la scalata nel Movimento, tutto un bildungsroman che racconta la crescita anche interiore di Rocco (“ama uomini e donne, seduce e si lascia amare, avido di sentimenti veri”, sta scritto nel libro).  

  

Poi il Potere, il Palazzo, la stanza dei bottoni. Una storia di successo, di riscatto, di sfrenata mitomania italiana. Per provare a battere Grillo nel suo grande punto debole: l’esser stato veramente cane al cinema.

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