L'inconciliabile distanza tra streamer e tv in un video di Sgarbi su Twitch

Manuel Peruzzo

Si cercano ma non si capiscono: il mondo televisivo guarda con curiosità alle dirette sul web e al numero di visualizzazioni da capogiro che fanno alcuni video, ma parla una lingua diversa 

Ma voi lo guardereste un programma tv in cui non c’è un presentatore, non c’è uno studio, e nemmeno degli autori ma solo contenuti? Probabilmente no. I vostri figli sì, su Twitch, il servizio streaming nato per le dirette dei gamer, cioè teen nerd che si mostrano giocare ai videogiochi, ma che si sono scoperti anche degli aspiranti David Letterman. A volte si segue un format, più simile a un gioco che a uno show, del tipo: prova a non ridere guardando questi video di puttanate virali (la versione squattrinata di “Lol chi ride è fuori”) oppure lo Speed Date (la versione senza né sedie né meridionali muscolosi di Uomini e Donne). Altre volte accendi la cam e sei nella cameretta di Dario Moccia e un gruppo di amici, con relative fandom, e iniziano a parlare di quella volta che si sono cagati addosso, di come amano fare sesso, di come provarci con una tipa. È un po’ lo spogliatoio, un po’ la classe in gita, un po’ l’imitazione inconsapevole di Howard Stern. La distinzione tra professionista e dilettante qui è annullata. Per dire, il Masseo è diventato famoso bestemmiando. È la rivincita dei cazzoni.

 

Chi ieri voleva andare in tv, oggi preferisce essere content creator (a questo punto darò una definizione minima di contenuto: qualcosa che ti tiene sulla pagina per un periodo di tempo). C’è un rapporto diretto tra chi ti guarda e chi ti commenta, un controllo su quello che dici (a parte quando vieni bannato dall’algoritmo, siamo pur sempre su piattaforme americane), e una rappresentazione del mondo uno a uno (che in politica è tossica, ma qui funziona). C’è un video con Homyatol, in classifica tra i più visti (vi risparmio le percentuali e i numeri dei follower, non siamo dal commercialista), che va a farsi le unghie dai cinesi a Milano, dov si riprende tutto il tempo e gli spettatori iniziano a chiamare il centro estetico, e l’estetista capisce al volo e dice “tu fare pubblicità a me grazie”. 

 

 

Ma si guadagna? Per capire se un canale è redditizio bisogna cercare Fedez: se c’è vuol dire che lì ci sono i soldi. E Fedez è sia in televisione (ultimamente su Amazon Prime Video a fare un programma generalista che avrebbe potuto fare su Italia 1), sia su ogni social possibile: presidia Instagram e le dirette boomer in cui discute con Alessandro Zan, sia live di Twitch col Panetty facendo l’imitazione dei rapper americani che lanciano soldi dall’auto, sia le gare di fitness con quel genio di Luis Sal che quando è solo si fa Bologna Firenze in skate (facendo 5 milioni di visualizzazioni, molto più dell’Isola dei Famosi, più vicini agli spettatori della fiction Rai Leonardo).

 

I numeri dei content creator sono alti, e in pandemia crescono. Fai un video su una piattaforma e lo puoi riusare su un’altra (da TikTok a Instagram, o da Twitch a YouTube che diventa un deposito di contenuti con una coda lunga). Jacki mangiando una pizza per una settimana fa 15 milioni di visualizzazioni (Barbara D’Urso ucciderebbe per questi numeri) e alcuni vecchi personaggi tv, che per un motivo o l’altro sono attenti a questi fenomeni, finiscono a collaborare con i nuovi personaggi online. Come fa per esempio Cecchi Paone che finisce a resegare Luis mentre si fa raccontare di quanto sia superdotato Homyatol, o come per esempio Vittorio Sgarbi. C’è un suo video noioso come uno di Andy Warhol ma che serve a capire l’inconciliabilità tra questi due mondi, quello televisivo e quello degli streamer, che si cercano ma non si capiscono.

 

Sgarbi viene coinvolto in uno Speed Date in cui gli propongono una serie di belle ragazze che gli chiedono “qual è il tuo dipinto, film, cibo preferito?". A un certo punto lui s'addormenta. C'è l’ex pornostar che ora è molto occupata in politica, c'è la studentessa d'arte che gli chiede se conosca Fano, c'è la svizzera che gli chiede se ama prendere il sole. C'è persino una che domanda “hai una sorella?”. Lui risponde a quasi tutto di no, tranne all’avere una sorella, e dice che “conversare è una delle cose che mi rompe più i coglioni al mondo". Il video è istruttivo almeno per due motivi. Il primo è che a Sgarbi considera la cosa come una TeleCapri minore, continua a riferirsi alla diretta come un “programma” e non come a un contenuto, confondendo le camerette per uno studio. La seconda è che i ragazzini non guardano la tv ma guardano i video di Sgarbi che sbrocca su YouTube, e quindi cercano di farlo arrabbiare (ci riesce la connessione che cade, e lui si arrabbia con il loro collegamento di merda, come se fosse su Rete Quattro). Del rapporto tra Sgarbi e gli streamer si può dire la stessa cosa tra la televisione e i twitcher: due mondi incompatibili. Quando le ragazze chiedono disperate al critico: “Cosa dobbiamo fare per farla interessare a noi?", lui risponde come un qualsiasi adulto di fronte a questi video: “Essere interessanti”. 

 

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