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Che fine hanno fatto le start-up? Chiacchiere alla Maker Faire di Roma
Quest'anno la parola d'ordine è esecuzione: meno pitch e più prototipi, cooperative, università, consorzi e partnership industriali. Ecco come sta cambiando la filiera dell'innovazione italiana, attraverso gli occhi di chi la fa
Solo qualche anno fa, sembrava che praticamente ogni garage d’Italia si sarebbe presto trasformato in un laboratorio incubatore di idee, inseguendo nuove realtà, tecnologie e iniziative imprenditoriali visionarie. Oggi invece si parla decisamente meno di startup. Ma si tratta di una naturale deflazione di una bolla, di una diminuzione improvvisa della creatività o della naturale evoluzione di un fenomeno che è diventato meno sporadico e più sistemico? La Maker Faire torna anche quest’anno a Roma e, come sempre, si presenta anche questa volta come un atlante dell’innovazione, dove cercare di rispondere anche a questa domanda: tre giorni di prototipi, dimostrazioni, workshop, robotica educativa e manifattura digitale che attraggono un pubblico trasversale, famiglie comprese. E proprio qui c’è da andare a ricercare i motivi e i processi che hanno fatto sì che la parola “startup”, che fino a poco tempo fa monopolizzava panel e pitch, oggi sembri meno pervasiva. Ma tranquilli, non è scomparsa: si è trasformata.
La stagione dell’hype permanente, infatti, forse ha lasciato solo il posto a un ecosistema più selettivo. Ed è proprio qui che la Maker Faire offre una chiave di lettura: accanto al mondo “start-up”, emergono ora anche filiere di PMI innovative, laboratori universitari, maker e cooperative che sperimentano sul campo tecnologie applicate — dalla stampa 3D ai materiali sostenibili, dall’AI alla sensoristica per l’agritech. E se la fiera romana si conferma ancora piattaforma di contaminazione, anche questo luogo vede l’idea incontrarsi con i prototipi, e i prototipi incontrare chi può metterlo a terra, spesso adesso ben oltre la forma giuridica classica della start-up.
La stagione dei “unicorni annunciati”, quindi, forse ha perso centralità, ma l’orizzonte si sta spostando solo più verso la costruzione di prodotti che reggono sul mercato, con tempi e metriche compatibili con l’industria. Alla domanda “Che fine hanno fatto le start-up?”, quindi, una risposta la si trova proprio qui alla Maker Faire: sono ancora qui, ma adesso non più da sole.