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Cose dai nostri schermi
Meta strappa i migliori esperti a OpenAI e punta a una "superintelligenza artificiale"
Zuckerberg sventola contratti milionari sotto il naso dei ricercatori di Sam Altman e loro abboccano. Poi investe 14 miliardi di dollari e fonda il nuovo centro di ricerca Meta Superintelligence Lab. L'obiettivo ora è creare una "superintelligenza", ma nessuno sa ancora cosa significhi
Questa settimana Meta ha concluso un blitz che nel giro di pochi giorni ha riscritto il settore dell’intelligenza artificiale, strappando undici ricercatori a OpenAI, inclusi alcuni fra i principali artefici di ChatGpt e del recente modello Gpt-4o. Si tratta di figure che Mark Zuckerberg ha personalmente corteggiato per mesi, offrendo contratti milionari. Secondo il Wall Street Journal, alcuni di questi hanno firmato per oltre 300 milioni di dollari in tre anni, confermando quanto il mercato dei supertalenti del settore sia caldo – e sempre più simile al calciomercato estivo.
L’operazione è arrivata a pochi giorni da un altro grosso investimento di Meta, che ha puntato oltre 14 miliardi di dollari in Scale AI, azienda specializzata nell’addestramento di modelli di intelligenza artificiale. Il suo Ceo, Alexander Wang, guiderà il nuovo Meta Superintelligence Lab, un centro di ricerca creato in meno di un mese con un obiettivo esplicito: creare una “superintelligenza”. Una parola forte e dal significato poco chiaro, dietro alla quale si nasconde tutta l’ambizione di Meta, decisa a non rimanere indietro nella sfida con OpenAI, Google e Microsoft.
Al centro di questa guerra fredda fra big tech c’è una semplice lista, detta semplicemente “The List”, che comprende qualche decina di ricercatori specializzati in machine learning, addestramento di modelli linguistici, tecniche di ottimizzazione. Sono ventenni o trentenni, hanno ottenuto un PhD a Berkeley o Carnegie Mellon, spesso si conoscono tra di loro e hanno lavorato per le stesse aziende, OpenAI e Google tra tutte. Possiamo vederli come membri di un’élite intellettuale su cui le aziende più ricche del mondo stanno investendo miliardi di dollari.
Sam Altman, Ceo di OpenAI, ha seguito il lungo corteggiamento di Zuckerberg con ironia e preoccupazione. Prima ha assicurato che “nessuno dei nostri uomini migliori” aveva accettato le sue lusinghe (e milioni di dollari); poi, negli ultimi giorni, ha assunto un tono greve: “I missionari sono meglio dei mercenari”, ha ricordato. Come se fosse strano che dei professionisti possano accettare proposte più vantaggiose da aziende concorrenti.
Mentre questi ricercatori top strappano contratti che non fanno invidia a quello appena firmato da Cristiano Ronaldo con l'Al Nassr, la crisi alleggia nella cosiddetta “classe media” dei programmatori. In particolare quelli junior, che, appena laureati, erano solito proporsi ai giganti tech per iniziare una carriera promettente.
Microsoft ha appena annunciato il taglio di altre 9.000 posizioni, e anche Google ha fatto una scelta simile, come molte altre aziende tecnologiche negli ultimi anni. Ci sono diverse cause per i tagli in corso, come le eccessive assunzioni fatte tra 2020 e 2021, in piena fase pandemica, ma anche le AI hanno un peso.
Il Ceo di Klarna, ad esempio, un servizio per rateizzare gli acquisti online, ha recentemente detto di aver smesso di assumere personale “un anno fa”, proprio perché le AI sono più che sufficienti per molte mansioni. Anche in questo caso, la retorica è quella epica, della Silicon Valley: molti hanno infatti notato che Klarna, in realtà continua ad assumere e ha molte posizioni aperte nel suo sito. Ma le AI ottimizzano e probabilmente riducono il numero di persone necessarie in un’azienda.
Questo problema colpisce soprattutto i più giovani e le posizioni entry-level, specie tra i programmatori. In questo settore, infatti, ci sono servizi appositi (come Cursor) in grado di generare codice di ottima qualità, che poi viene rivisto e integrato da un programmatore senior (e umano).
E quindi? Per Meta si apre una fase cruciale: dopo aver messo insieme una squadra d’élite e stanziato miliardi, deve dimostrare di saper trasformare tutto questo in qualcosa di concreto. E soprattutto, deve spiegarci cosa intende davvero per “superintelligenza”.


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