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tensioni interne
Il consiglio di sorveglianza contro Zuckerberg, più vicino a Trump che a Meta
L'ad dell'azienda allenta le regole sui contenuti per avvicinarsi ai conservatori, scatenando lo scontro con il consiglio di sorveglianza. Il board accusa l’azienda di opacità e scarsa tutela dei diritti umani
Nel giorno della maxi multa della Commissione europea da mezzo miliardo di euro per Apple e da 200 milioni per Meta per violazioni del Digital Markets Act, Mark Zuckerberg ha anche un'altra grana da risolvere. Nel tentativo di mantenere saldo il rapporto con il presidente americano e strizzare l’occhio ai conservatori americani, Zuck è entrato in rotta di collisione con l'oversight board di Meta. L'amministratore delegato, poco prima dell’insediamento di Trump, aveva lanciato una profonda revisione delle politiche di moderazione dei contenuti della sua azienda. Questa mossa ha innescato una dura reazione da parte del consiglio di sorveglianza, che oggi ha pubblicato un report in cui accusa l’azienda di aver agito in modo opaco, senza consultazioni né valutazioni d’impatto sui gruppi vulnerabili.
Nel rapporto pubblicato dal board, sono stati analizzati 11 casi in cui il consiglio ha criticato Meta. Per esempio, il consiglio ha annullato la decisione dell'azienda di lasciare pubblicati tre post su Facebook riguardanti le rivolte anti-immigrazione avvenute nel Regno Unito durante l'estate del 2024. Il board ritiene che Meta abbia agito troppo lentamente nel rimuovere contenuti anti-musulmani e anti-immigrazione che violavano le politiche dell'azienda in materia di violenza e incitamento.
Le nuove politiche, annunciate a gennaio da Zuckerberg, hanno eliminato il programma statunitense di fact-checking e attenuato i limiti su temi controversi come immigrazione e diritti Lgbtq+. L'ad ha traghettato l'azienda verso un modello più aperto alla libertà di parola. Le restrizioni sui contenuti sono state ridotte, con focus solo su violazioni gravi. Con queste politiche gli utenti possono personalizzare di più i contenuti politici nei loro feed. Il cambiamento è arrivato in un momento politico delicato e ha segnato un avvicinamento alla nuova Amministrazione statunitense. A gennaio, inoltre, c'è stata la nomina di tre nuovi membri del consiglio di amministrazione sostenitori del tycoon e la sostituzione dello storico responsabile degli affari pubblici, Nick Clegg, con Kaplan, che faceva già parte dello staff politico ed è noto come uno dei repubblicani più in vista di Meta.
Zuckerberg ha giustificato il cambio di rotta parlando di “troppi errori e troppa censura”, ma senza fornire dati concreti. Tra le modifiche più discusse, la rimozione delle restrizioni che vietavano termini come “malati mentali” per riferirsi a persone gay, o la classificazione delle donne come “oggetti”. Il consiglio di sorveglianza, pur con poteri limitati sulle linee guida generali, può orientare le decisioni di Meta sui singoli post, in base alle regole aziendali, e ha formulato 17 raccomandazioni, tra cui la richiesta di monitoraggi semestrali, maggiore trasparenza e il rispetto dei principi Onu sui diritti umani.
Mentre Zuckerberg guarda a un futuro più libero da vincoli, e con un attenzione minore alle minoranze, seguendo il passo dei repubblicani e del tycoon, il consiglio lo richiama alle sue responsabilità globali, ricordando che la libertà d’espressione non può andare a scapito della sicurezza e della dignità degli utenti più esposti.

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