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Un incendio mette in difficoltà il mondo del cloud

Andrea Trapani

Le fiamme hanno colpito uno dei data center di Strasburgo della OVH, una delle più importanti aziende a fornire infrastrutture cloud nel mercato europeo. Cosa accadrà dei dati?

Oltre un milione e mezzo di clienti nel mondo, decine di migliaia di siti internet sconnessi per ore. L’incendio che stanotte ha colpito OVH, una delle più importanti aziende a fornire infrastrutture cloud nel mercato europeo, ha creato reazioni a catena di vasta scala. Le fiamme hanno colpito un data center, ossia una di quelle “infrastrutture invisibili” diventate essenziali per la rete internet. I data center odierni, infatti, sono decisamente diversi da quelli precedenti; ormai per ogni servizio l'infrastruttura si è spostata dai tradizionali server fisici alle reti virtuali che supportano applicazioni e carichi di lavoro su pool di infrastruttura fisica e in un ambiente multicloud. Questo fa comprendere la gravità di un simile incidente.

  

Sulla pagina dedicata allo stato dei servizi della società si poteva leggere, alle 4:28 ora italiana, il seguente messaggio: "Stiamo attualmente affrontando un incendio nel nostro data center di Strasburgo nell'edificio SBG2. I vigili del fuoco sono arrivati immediatamente ma non hanno potuto controllare l'incendio [...]".

   

Cosa è successo?

Gli eventi si sono susseguiti in maniera serrata: alle 00:47, è scoppiato un incendio in una stanza di uno dei 4 data center presenti a Strasburgo, quello denominato SBG2. I vigili del fuoco sono subito intervenuti per proteggere chi si trovava all’interno e per prevenire il propagarsi delle fiamme. Dopo due ore di intervento, alle 2:54, sono riusciti ad isolare il sito. Alle 4:09 l'incendio aveva già distrutto SBG2 e ha continuato ad essere un pericolo  per gli altri data center fino a quando il fuoco non è stato messo sotto controllo dalle squadre sul posto. Dalle 5:30 del mattino, finita l’emergenza, tutta l’area per ovvi motivi di sicurezza è stata resa inaccessibile anche ai tecnici della società. Una buona notizia all’alba quando, dopo una notte di lotta con le fiamme, si è potuto accertare che nessuno è rimasto ferito, né tra i dipendenti né tra i vigili del fuoco. Al risveglio però non sono mancati i problemi. Per dirla in breve, le fiamme che si sono originate del datacenter SBG2 si sono riverberate anche sulle altre unità SBG1, SBG3 e SBG4. Ossia un blocco dei servizi erogati. Siti offline e irraggiungibili. Il mondo del cloud, tanto decantato per la sua decentralizzazione, colpito nel cuore delle strutture fisiche. Tanto che OVH sta tuttora cercando di minimizzare i disagi in corso: “Con i nostri 15 data center in tutta Europa, siamo impegnati nell’assistere i clienti, implementando soluzioni che possano mitigare l'impatto dato dall'indisponibilità dei data center di Strasburgo. Ci impegniamo a comunicare con la massima trasparenza sulla causa dell'incendio e sulle sue conseguenze”, hanno fatto sapere con una nota alla stampa.

 

Cosa accadrà ai dati?

Il timore di utenti ed esperti è la possibile indisponibilità dei propri dati, oltre ad alcuni dubbi sulle tempistiche di attivazione della ridondanza dei servizi colpiti dall’incendio, visto che alcuni siti ospitati dall’azienda sono ancora irraggiungibili. Tra questi anche quello della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ancora offline nel momento in cui scriviamo. Se da una parte i tecnici di OVH stanno definendo un piano d’azione per tornare il prima possibile alla normalità, dall’altra numerosi interrogativi rimangono inevasi. Ad esempio, cosa deve fare un cliente se i dati non tornano disponibili? L’accertamento di eventuali violazioni del caso è in carico al CNIL, la Commission nationale de l'informatique et des libertés, che rappresenta l’autorità francese per assicurare l'applicazione della legge sulla tutela dei dati personali.

 

Su Twitter, il patron dell'azienda Octave Klaba, dal canto suo ha informato costantemente i suoi follower del susseguirsi degli eventi, arrivando a consigliare, poco prima delle 4 del mattino, di attivare il Disaster Recovery Plan, ossia tutte quelle procedure necessarie per ripristinare i dati, le applicazioni e i sistemi informatici necessari per l’operatività dei propri servizi. Una scelta impossibile per molti se i propri servizi erano legati a doppio filo proprio con OVH. Anche per questo, le reazioni a catena potranno essere infinite. Sono infiniti gli eventi in grado di avere un impatto economico, normativo, legale, finanziario o reputazionale sulle aziende che si servono dei servizi della società francese. Con conseguenze importanti, da una potenziale indisponibilità dei dati personali ai sensi del GDPR all’interruzione di pubblici servizi.

    

Intanto tutti i canali di comunicazione della società, a partire dalla piattaforma di monitoraggio degli incidenti (disponibile all’indirizzo travaux.ovh.com), sono accessibili per avere aggiornamenti in tempo reale.

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