Quando la Playstation iniziò a cancellare l'immaginario

Giovanni Battistuzzi

A 26 anni di distanza dal primo modello della console della Sony, la Playstation è arrivata al quinto capitolo della sua storia che ha cambiato la forma e la sostanza dei videogiochi

C'è un giorno nel quale il dominio del fantastico iniziò a essere intaccato dalla replica del realtà. E quel giorno è 3 dicembre del 1994, il giorno nel quale la prima Playstation venne venduta in un negozio.

  

Ventisei anni fa, in Giappone, iniziò la seconda rivoluzione tecnologica del gioco, quella che cambiò, per sempre, la concezione dei videogame.

  

La prima Playstation segnò il passaggio verso una mutazione progressiva e radicale, da un divertimento basato sulla (semi)totale astrazione dal reale, a uno invece basato sull'inseguimento delle forme della realtà. "E' come se si fosse passati dal fumetto alla graphic novel, però cancellando il primo", spiegò Ted Dabney, uno dei fondatori di Atari.

 

Una rivoluzione che non fu solo tecnologica. Il CD-rom al posto delle cartucce fu, prima della Sony, introdotto già da Amiga con il CD32, Atari con il Jaguar nel 1993 e Sega, l'anno seguente, con il Saturn. A mutare fu soprattutto l'immaginario, coinciso con l'abbondono della logica del giocare per giocare, cioè al gameplay rapido e immediato dei successori dei primi giochi arcade (quelli per farla semplice che si trovavano in un cabinato all'interno di bar, oratori o sale giochi), per intraprendere la via del realismo. La fisica entrava nel mondo dei videogiochi, l'impossibile e l'improbabile lasciavano il campo al possibile.

  

Un passaggio reso più semplice dall'introduzione del 3D al posto delle due dimensioni. E dal desiderio di veder muoversi nello schermo quello che in maggiore sempre maggiore entrava nei nostri televisori che si stavano riempendo di immagini ben definite da ogni parte del mondo.

 

La Sony, la casa produttrice della Ps, fa la prima a puntare su tutto ciò. Lo fece progressivamente, preparando man mano il videogiocatore con giochi sempre meno fantastici e sempre più reali.

  

Il mondo irreale e magnifico di Mario, di Wonderboy, di Metal Slug sparirono progressivamente. Ci è rimasto un mondo di pixel che replica ed esagera il nostro. Il videogioco da narrazione fantastica si è fatta narrazione più o meno realistica. Nulla di diverso da quanto accaduto nella letteratura.

Di più su questi argomenti: