Se hai assolutamente bisogno di qualcosa durante la finale degli Europei c'è un'app fatta apposta

Maurizio Stefanini
"Sheldon, se proprio ci tieni, ci sono delle app, adesso, con cui puoi assumere delle persone per fare commissioni o la fila per te!”, dice Howard a un certo punto della penultima puntata, nell’ultima stagione di “The Big Bang Theory”. I quattro amici, mentre sfogliano gli albi nel negozio di fumetti di Stuart, parlano infatti di andare a una visione di alcune scene tagliate di “Avengers: Age of Ultron” in cui risponderà a domande dei fan anche il regista Joss Whedon, ma Sheldon si lamenta perché deve accompagnare Amy allo shopping.  “C’è gente che ti tiene il posto in fila per lavoro? Cavolo, la mia vita non sembra più così male”, commenta il sempre più squattrinato Stuart. “Alcuni prendono più di 20 dollari l’ora”, spiega Howard. “E torno a sentirmi peggio!”. Infatti Stuart si offre lui di fare il sostituto a pagamento, ma Sheldon invece che alla lo manda a accompagnare la fidanzata. Sempre a pagamento Stuart tornerà poi da Sheldon a fargli la scenata per conto di Amy. Recapiterà a Amy un mazzo di fiori con le scuse di Sheldon. Infine, quando torna a dire che la ragazza non le accetta, si offre di mettersi in fila, per permettere a Sheldon di andare un attimo a scusare di persona. “Lo faresti?” “Consideralo un modo per spillarti altri soldi!”.

 

E’ una sit-com, ovviamente. Ma, ambientata come è tra nerd della Caltech University, attentissima a certe novità tecnologica che da Silicon Valley si diffondono poi per il mondo. Fino ad andare a fare una scenata al fidanzato ancora no, probabilmente; ma app che cercano effettivamente chi faccia le commissioni al posto tuo esistono. La stessa Uber, quando nel dicembre del 2014 in Spagna fu obbligata a interrompere il trasporto di persone su ordine del tribunale, a Barcellona si riconvertì in servizio per il trasporto di pasti a domicilio. Nello stesso periodo e nella stessa città Oscar Pierre pensò a una start up con l’obiettivo di trasformare il concetto stesso di delivery veloce, portandolo oltre il food. Ingegnere aerospaziale con studi alla  Georgia Tech e uno stage di sette mesi in Airbus, Pierre già nel 2010 aveva creato Zikkomo: una piattaforma solidale per aiutare 30 bambini, tra la Catalogna e il Malawi. Venne poi LoveltLocal.es, per potenziare le aziende artigiane locali. Infine nacque Glovo, il cui co-fondatore è Sacha Michaud: un imprenditore con più di 15 anni di esperienza nello sviluppo di aziende online. Terzo personaggio di questa storia è l’italiano Matteo Pichi, che vanta un Master alla Bocconi e quattro anni di esperienza in Investment Banking nel giugno 2015 crea a Milano la piattaforma di food delivery Foodinho. Dopo una prima espansione a Madrid e Valencia, Glovo ha iniziato a sbarcare fuori dalla Spagna nel marzo del 2016 proprio con l’acquisizione di Foodinho: un’operazione in cui Pichi è diventato Country Manager e portavoce. 

 

“Arrivi a casa tardi, stanco e stremato dopo una giornata di lavoro e ti accorgi di non avere nulla in frigo da offrire ai tuoi amici che stanno arrivando per vedere la partita?”, propone Glovo in questi tempi di Europei. “Nessun problema, da oggi potrai avvalerti di un’App che, se hai bisogno di qualsiasi cosa, te la porta a domicilio entro un’ora. Non soltanto cibo quindi, su Glovo puoi ordinare anche vestiti, scarpe, tecnologia, prodotti di cosmetica e tutto ciò di cui hai bisogno, e riceverli in pochissimo tempo”. E non si tratta solo di acquisti. “Hai dimenticato a casa lo smartphone o il caricabatteria o altro? Ancora, ci pensa Glovo! Come? Mettendoti in contatto con chi può acquistare, ritirare e portare ciò che desideri in meno di un’ora, facendoti così risparmiare tempo e fatica”. “Questa app è stata pensata principalmente per chi ha poco tempo da dedicare agli acquisti durante la giornata, ma potenzialmente può essere utilizzata da chiunque perché ognuno di noi può essere impossibilitato a svolgere alcune commissioni e un servizio come questo può davvero facilitare la vita. Hai bisogno di qualsiasi cosa? Ci andiamo noi!”, spiega Oscar Pierre. “Non dovrai fare nulla se non aprire l’app e cercare o richiedere ciò che ti serve: un Glover soddisferà il tuo desiderio in meno di 60 minuti, con un costo a partire da 4,90 euro oltre al prezzo del prodotto acquistato, o senza spese di consegna se si tratta di food offerto dai ristoranti partner”. La app è ora sbarcata anche a Parigi, e si appresta a arrivare anche a Roma.

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