Foto via Flickr - Swissnex San Francisco

L'antenna per le imprese svizzere in Silicon Valley

Michele Masneri

La missione di Swissnex, l’acceleratore di startup “dove le cose belle succedono”

San Francisco. Un acceleratore d’impresa nazionale, che aiuti le startup svizzere a sfondare nel complicato ecosistema di Silicon Valley; è questa la missione di Swissnex, unico caso di acceleratore misto pubblico-privato con sede a San Francisco, che occupa un maestoso e modernissimo edificio tutto di vetro sul porto della città. “Abbiamo aperto nel 1997”, dice il direttore del centro, Christian Simm, al Foglio. “Con lo scoppio di Internet ci siamo resi conto che la diplomazia non sarebbe stata più la stessa, soprattutto la diplomazia commerciale, e che serviva un’antenna in Silicon Valley per le imprese svizzere. Avevamo già un centro Swissnex a Boston ma ci rendemmo conto che il centro di tutto stava diventando qui sulla costa ovest”.

   

Swissnex, la cui ragione sociale è “connettere i puntini tra la Svizzera e il Nordamerica, in scienza, educazione, arte e innovazione”, è un format abbastanza unico: “E’ un acceleratore di impresa per le startup svizzere che vogliono venire in Silicon Valley ed essere in grado di competere qui, ma non solo. Ospitiamo anche grandi aziende che mettendo qui un ufficio sono in grado di fare scouting di startup americane”. Non è un mistero che ci sia Nestlé tra le grandi aziende che Swissnext ospita (ci sono distributori di gelati e macchine di caffè Nespresso sparsi per tutti gli spazi bellissimi dell’ufficio a picco sul mare, e poltrone Vitra, altro sponsor). “La nostra struttura ospita 22 diverse organizzazioni, in 75 postazioni di lavoro”, dice il direttore del centro. “Lo stato paga l’affitto della sede e il 25 per cento dei costi, al resto dobbiamo pensare noi. All’inizio non è stato facile”, continua Simm. “Il ministero non aveva i soldi per pagarmi lo stipendio, così trovai io i fondi all’esterno, il primo finanziatore fu molto difficile, era un progetto nuovo anche per Silicon Valley”. La scarsità di risorse, come spesso accade, ha aiutato. “Hanno contato anche le dimensioni del paese, limitate; la Svizzera non può permettersi grandi organizzazioni all’estero come ad esempio la Germania”. E’ un sostituto dell’Istituto di cultura? “No, noi non facciamo cultura, facciamo scienza e tecnologia, e arte. Non abbiamo Istituti di cultura qui in città”.

  

Del centro fanno parte anche alcune prestigiose università, che “hanno contribuito a farlo decollare. Hanno sede qui anche la celebre Ecole Hotelière di Losanna e l’università di Ginevra”. Ma oltre a fungere da acceleratore e da coworking, Swissnex ospita anche convegni e incontri su arte e tecnologia. “Facciamo molti eventi, non tanto per farli ma per approfondire degli argomenti e per accrescere il nostro network in specifici settori, per creare una conversazione su un tema specifico” spiega Simm; ad esempio ultimamente hanno organizzato importanti eventi riguardo l’immancabile intelligenza artificiale. “Non vogliamo essere visti come la camera di commercio svizzera, piuttosto come un posto dove le cose interessanti succedono”, dice, e “mischiare tutto questo è una ricetta che non fa nessuno. Ogni volta che facciamo una riunione tutti insieme e un’azienda presenta un’idea, io chiedo: che vantaggi può portare questa per l’università? Come possiamo incrociarla con le startup che sono qui?”. Uno degli ultimi progetti “è un programma di accelerazione per startup del settore delle utilities” dice Simm: “si chiama Free Electrons e mette in contatto startup con grandi aziende del settore, nello specifico 40 da 140 paesi. In questo modo le grandi aziende trovano innovazione e un luogo anche fisico dove discutere di open innovation insieme alle piccole, che trovano alleati per crescere ed eventualmente essere comprate. Il programma, finanziato anche da fondi californiani, prevede settimane di incontri qui in Silicon Valley oltre a Europa e a Singapore”.

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