Come creare una società innovativa in mezz'ora e senza scartoffie. Notai permettendo

Maurizio Stefanini

Usare le startup per ridurre la burocrazia che soffoca l’imprenditoria in Italia: è una scommessa, quella dell’Investment Compact, da cui è derivato per un mese un duro braccio di ferro tra i giovani imprenditori e la corporazione dei notai. Ma alla fine ha vinto l’innovazione: almeno per ora. Dal 20 luglio, infatti, proprio in base all’Investment Compact approvato l’anno scorso, è in vigore una norma che consente di costituire una startup innovativa ricorrendo alla sola compilazione online di un modulo standard “rinforzato” con firma digitale, senza bisogno di notai. Tempo e scartoffie a parte, il solo risparmio monetario è tra i 1.200 e 3.000 euro.

 

Tre società si contendono il primato di essere stata la prima startup italiana costituita senza notati: una di Catania, una di Lecco e l’altra di Padova. Quella di Catania è la Getax srl, e tra i suoi prodotti ci sono l’applicazione Startitapp, una guida che aiuta ad avviare l’azienda in pochi passi, e Probo, un sistema di gestione di scadenze fiscali e costumer care per professionisti basato su sviluppo di bot Messenger, Telegram e Skype. La sua richiesta di registrazione è partita il 21 luglio, e della procedura si è occupato il commercialista Rosario Emmi, che ne è cofounder insieme al fratello. “Ci tenevamo a essere la numero uno a costituirci senza notai”, ha spiegato alla stampa Emmi, “ma abbiamo perso una settimana con il funzionario dell’Agenzia delle Entrate e siamo ancora impelagati per spiegare la procedura al funzionario del Registro Imprese”.

 

“Da un punto di vista legale”, insiste Emmi, “siamo comunque i primi, perché fanno fede la data di registrazione e la marca temporale”. A quel punto il primato è comunque conteso da  Experenti Engineering srl, società con sede a San Martino di Lupari, in provincia di Padova. Specializzata in ideazione e sviluppo di progetti per il marketing, il 5 agosto ha annunciato di essersi costituita come impresa seguendo la procedura online presente sul sito della Camera di Commercio locale, riuscendo a farsi iscrivere alla sezione speciale del Registro delle Imprese.  “Abbiamo accettato la sfida di costituire una impresa in mezz’ora”, ha commentato il segretario generale della Camera di Commercio di Padova, Maurizio Pirazzini. Ma sempre il 5 agosto anche la Camera di commercio di Lecco si è dichiarata “pioniera in Italia nell’utilizzo dello strumento informatico” annunciando di avere registrato “la prima startup innovativa in forma di srl secondo il modello standard di atto costitutivo, totalmente digitale, mediante l’utilizzo della piattaforma del sistema camerale”, senza però specificare il nome della startup.

 

Il Consiglio nazionale del notariato ha subito fatto ricorso al Tar, denunciando addirittura il pericolo di “infiltrazioni mafiose”. Da una parte i notai hanno obiettato un problema formale di “gerarchia delle fonti”: “La norma che prevede come si costituisce una srl è una norma ordinaria che non può essere derogata da un decreto ministeriale”, ha spiegato il consigliere nazionale del notariato Giampaolo Marcoz. Dall’altro lato, hanno tirato in ballo la tutela delle “fasce deboli”: “Pensate quali drammatiche conseguenze potrebbe avere una startup costituita attraverso un atto digitale nel caso in cui il provvedimento che abbiamo impugnato possa essere dichiarato illegittimo nei prossimi anni anche attraverso una semplice causa civile”. Roma Startup ha a sua volta dato mandato ai propri legali di ricorrere al Tar in opposizione ai notai. Ma il 30 agosto, al momento di presentarsi ai giudici amministrativi, i notai hanno ritirato la sospensiva, rinviando il tutto a un’udienza di merito da tenersi a febbraio. Formalmente, la questione resta in piedi. Di fatto, l’interpretazione che viene data è che il Consiglio nazionale del notariato ha capito che il Tar avrebbe rigettato la sospensiva, preferendo dunque “una sconfitta silenziosa a una sconfitta chiassosa”.   

 

Al tema della semplificazione è legata anche l’iniziativa di CrowdFundMe, piattaforma di equity crowdfunding per startup innovative che è diventata la prima piattaforma a integrare la nuova procedura di investimento approvata dalla Consob. Il sistema permette infatti di acquistare quote societarie per un valore superiore a 499 euro senza doversi recare in banca per la validazione, il perfezionamento dell’investimento e concludendo tutta l’operazione online.

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