Fare business con un mix di innovazione, divertimento e tanta scuola. Puntando sull'Italia

Elena Bonanni

    Un po’ irriverente come Richard Branson, “perché in ogni mercato ha rotto le regole del gioco”, un po’ electro hip pop come il duo californiano Lmfao, “perché la loro OneDay è la nostra canzone, è il nostro modo di intendere la vita”. Paolo De Nadai, padovano, 27 anni e una laurea in Economia aziendale, ha fatto del mix tra innovazione e divertimento la chiave di volta di un business che in sei anni ha quasi raggiunto il traguardo dei dieci milioni di euro di fatturato – con una crescita media annua del 40 per cento, senza finanziamenti di terzi e investitori ma grazie ai clienti – e che sta facendo lavorare settanta giovani (l’età media è 28 anni), di cui il 90 per cento assunti a tempo indeterminato. E’ lui la mente dietro ScuolaZoo, nato nel 2007 come blog su cui caricare foto e video di denuncia sulla mala istruzione italiana e poi diventato un brand che macina idee: un portale per gli studenti, una società di viaggi evento per i giovani, un tour operator per community, un’agenzia di comunicazione e uno spazio di coworking. “Ogni cosa che facciamo ha due anime: la scuola, cioè fare le cose al meglio possibile, più lo zoo, ossia farle in modo divertente che rompe gli schemi”, dice De Nadai, che ha già sperimentato il passaggio nei salotti televisivi dopo aver inviato nel 2007 a Studio Aperto un video denuncia su un suo professore che dormiva durante gli esami di maturità. Oggi su ScuolaZoo.com gravitano 2,5 milioni di visitatori unici al mese. “Sul sito, un milione di utenti è attivo tutti i giorni: ci sono 7 milioni di giovani in Italia, significa che uno su sette parla con noi”, fa notare De Nadai, parlantina brillante e forte attitudine ai numeri.

     

    Nel 2001 è volato a Parigi alle finali delle Olimpiadi della matematica nella delegazione italiana. ScuolaZoo è di fatto un osservatorio sui millennial, un laboratorio sociologico in movimento che riflette bisogni, desideri e idee di una generazione. E che oggi diventa a sua volta incubatore con la creazione della holding “OneDay” che, spiega De Nadai, “nasce per darci una struttura più solida e per mettere a disposizione di altri ragazzi in gamba un supporto e una struttura, dagli uffici alla gestione della contabilità”. Nel perimetro è già finita la start-up calciatoribrutti.com, fondata da due studenti universitari per parlare di calcio in modo irriverente, e Made for School, di due ex rappresentanti di istituto, che si occupa di valorizzare l’immagine delle scuole attraverso il loro rinnovamento a livello di logo, sito e merchandising. “Molte idee nascono dalla scuola, spesso dalle esigenze reali. E’ incredibile la qualità e quantità, io sono molto ottimista sul futuro”, dice De Nadai, che è anche membro del board dell’associazione Italia Startup. Non mancano le difficoltà, a partire dal reclutamento dei talenti. “E’ sempre più difficile capire nel mondo attuale se uno è in gamba, soprattutto nel tempo di un colloquio. Per questo abbiamo creato la job marathon, 48 ore sul modello delle hackathon ma con in più la formazione: nel primo giorno forniamo ai ragazzi gli strumenti per capire le proprie qualità, nel secondo li facciamo lavorare”. Ci sono poi gli ostacoli legati alla complessità normativa. “Quando abbiamo lanciato il tour operator potevamo operare in Lombardia ma non in Veneto, perché lì la normativa locale obbligava ad avere una vetrina su strada. Ma noi siamo una realtà digitale”, racconta De Nadai che, cresciuto con gli insegnamenti dei gesuiti e degli scout, sta reinvestendo tutti i profitti del gruppo (di cui è azionista di maggioranza) puntando sull’Italia. “Molti guardano subito all’estero per crescere – osserva – ma io penso ci siano ancora moltissimi margini in Italia per crescere, Milano oggi è una piazza ottima per il mondo del lavoro”. Tra le imprese italiane, guarda a Luxottica per la gestione delle risorse umane e i benefit ma vuole essere un imprenditore alla Richard Branson. “E’ il mio idolo, perché ogni mercato che ha aggredito lo ha fatto rompendo le regole del gioco e diventando leader. L’idea di OneDay è il modello Virgin”.