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il foglio sportivo

Un viaggio nel calcio che verrà

Marco Gaetani

Aspettando i ritorni: dell’Italia al Mondiale e della Juventus tra le grandi

Mentre il 2025 se ne va in archivio col definitivo tramonto del pasticciaccio brutto di Milan-Como a Perth, sbandierato ai quattro venti per mesi salvo poi dover affrontare una marcia indietro non priva di imbarazzi, viene da chiedersi cosa aspettarsi dal calcio italiano nell’anno che verrà, con una domanda che prevale sulle altre in maniera quasi asfissiante: finalmente rivedremo gli Azzurri ai Mondiali? Il fatto che ci sia persino del timore nell’affermare che il sorteggio dei playoff di marzo sia stato quantomeno generoso nei confronti dell’Italia la dice lunga su quanto tifo e addetti ai lavori siano rimasti scottati dai flop tonanti contro Svezia e Macedonia del Nord: ciò che anni fa sarebbe stato accolto con salti di gioia, adesso è guardato con un sospetto comunque giustificato dai precedenti. 

Da Gennaro Gattuso, che nei panni di selezionatore sembra lievemente più a proprio agio rispetto a Luciano Spalletti, abbiamo quantomeno imparato che il campionato ha qualcosa da offrire, anche a costo di rischiare. E allora, esageriamo: il 2026 sarà l’anno del ritorno azzurro ai Mondiali

Nella coda di questo 2025 potremmo invece aver trovato un indizio sulla prima metà del 2026: e se fosse l’anno del grande ritorno della Juventus nella corsa al vertice? Dopo un iniziale, inevitabile periodo di ambientamento, si inizia a vedere la mano di Spalletti, tanto a disagio da commissario tecnico quanto capace di incidere nell’arco della settimana di allenamenti. Contro Bologna e Roma si sono visti lampi di calcio spallettiano, dal fraseggio stretto che ha portato alla rasoiata mancina di Conceição allo Stadium ai ripetuti movimenti senza palla di McKennie, una versione 2025 di quello che fu Perrotta nel 4-2-3-1 della prima epoca romanista, pur partendo da una posizione più defilata. Ha troppo da farsi perdonare, Spalletti, per permettersi un altro fallimento: il flop azzurro sembra avergli dato la benzina necessaria per un ritorno in grande stile e la Juve, numeri alla mano, è lì, intanto a mettere pressione per il quarto posto, poi chissà. È uscita con sei punti dal trittico Napoli-Bologna-Roma e adesso può attaccare la discesa: Pisa-Lecce-Sassuolo-Cremonese-Cagliari da affrontare prima della ripresa della Champions, cinque partite da non sbagliare per capire quale sarà il posto della Juve da qui alla fine.

Il possibile ritorno bianconero darebbe vita a quella che auspichiamo possa essere una corsa scudetto mai così avvincente: sembrano ormai alle spalle le stagioni azzannate da una squadra capace di spazzare via la resistenza in largo anticipo sulla tabella di marcia. Già lo scorso anno abbiamo vissuto un testa a testa Napoli-Inter, caratterizzato a dire il vero più dai mezzi passi falsi – su tutti, quelli della penultima giornata, con gli azzurri fermati a Parma e la squadra di Inzaghi che fallisce il match point in casa contro una Lazio sfibrata – che dai grandi colpi a effetto. Uno scenario che non solo appare destinato al bis quest’anno, ma potrebbe vedere al tavolo dello scudetto un nutrito gruppo di testa: il Milan si è tolto dai piedi anche la Coppa Italia e marcerà al ritmo di una gara a settimana da qui a fine maggio; la Roma è a un paio di acquisti nel reparto offensivo dall’assecondare finalmente i desideri di Gasperini e finora ha avuto il merito di restare aggrappata al trenino; Inter e Napoli sono lì davanti, entrambe dovendo combattere con i fastidi tipici di chi deve tenere la testa sul doppio impegno. E chissà, come già accennato, che in questo gruppone non rientri anche la Juventus: l’arrivo di cinque squadre più o meno appaiate almeno fino a 6-7 giornate dalla fine non suona come un’utopia.

A proposito di doppio impegno, ritenendo impossibile fare pronostici sulla Champions League che rimane la competizione dei dettagli, chissà che il 2026 non veda l’approdo di almeno un’italiana all’ultimo atto dell’Europa League. La concorrenza, per Roma e Bologna, non sembra straripante, eccezion fatta per quell’Aston Villa che sta facendo benissimo in Premier League: la seconda competizione continentale è il giardino di casa di Unai Emery, ma proprio i risultati clamorosi in campionato potrebbero distrarre il club allenato dallo spagnolo. E allora occhio a Gasperini e Italiano, due che hanno un certo gusto per la sfida a eliminazione diretta: se il mercato farà sorridere Gasp e gli infortuni daranno tregua al Bologna – l’assenza di un pilastro silenzioso come Remo Freuler sta iniziando a incidere sulle prestazioni rossoblù – allora a Istanbul potrebbe succedere qualcosa di davvero interessante. Infine, una speranza: che il Var diventi finalmente un supporto per gli arbitri e non venga più utilizzato come una variabile impazzita, come la carta degli imprevisti di un noto gioco da tavola. Farebbe bene a tutti.