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foglio sportivo

Le nostre signore del volley

Eleonora Cozzari

La Nazionale è arrivata a 36 vittorie di fila e Scandicci è in cima al mondo

Oops!…I Did It Again”. E adesso c’è chi la sta cantando e chi mente. Poi ci sono loro che sono troppo giovani per cogliere la citazione, per buona pace di Britney Spears. Eppure le ragazze della pallavolo sì che l’hanno fatto di nuovo. E anche questo 2025 si conferma l’anno del volley. In generale certo, ma in particolare al femminile.

 

Partiamo dai numeri. La pallavolo è il terzo sport più popolare in Italia dopo calcio e tennis, conta più di 364mila tesserati di cui 281mila sono ragazze. Questo vorrebbe dire poco se la Nazionale azzurra non avesse raggiunto vette altissime nell’ultimo biennio. Perché non è che prima i numeri non ci fossero, semplicemente non sempre si portava a casa il risultato che si sarebbe potuto. Dal 2024 invece Sylla, Orro, Egonu, Danesi e compagne non hanno sbagliato un colpo. Oro olimpico a Parigi, preceduto dalla vittoria in Nations League e stesso copione quest’anno: di nuovo vittoria in Vnl e di nuovo oro nella manifestazione più importante: i Mondiali. Per un totale di 36 vittorie consecutive. Capite bene che le atlete, tutte, stanno vivendo di un entusiasmo mai avuto intorno a loro. “Sono molto orgogliosa di vedere che di pallavolo si parla anche fuori dal nostro mondo”, racconta Rachele Sangiuliano – ex palleggiatrice e campionessa Mondiale nel 2002, oggi bravissima giornalista e commentatrice televisiva. “Se dopo i Giochi olimpici l’attenzione si era rivolta su Julio Velasco, l’allenatore arrivato in un momento difficile che aveva fatto la magia, la vittoria al Mondiale di settembre in Thailandia ha portato alla ribalta interamente le ragazze. Cercate, volute, fotografate, intervistate. Ed è proprio durante una di queste incursioni fuori dal mondo sportivo che Miriam Sylla, l’anima della Nazionale azzurra, ha centrato il perché il volley è uno sport amato moltissimo. “La pallavolo è vissuta in modo diverso rispetto agli altri sport perché quando vieni al palazzetto hai la possibilità di avere gli atleti vicino. Noi ci fermiamo a dare il cinque, fare un selfie, a firmare autografi. E quando ci sono ragazzine che magari si sono fatte i chilometri per venire a vederti, io passo anche dieci minuti con loro”. Quanti atleti, davvero, come lei?

 

 

ggi Miriam gioca a Istanbul, schiacciatrice al Galatasaray e in Turchia è andata anche Alessia Orro, l’Mvp del Mondiale, che palleggia invece sponda Fenerbahce. Le due sono grandi amiche e, senza girarci intorno, stanno raccogliendo anche economicamente i frutti del loro talento. Di più, Orro si è portata dietro anche il fidanzato. Segno dei tempi. Tra qualche mese le raggiungerà Kate Antropova, fresca vincitrice del Mondiale per club con la sua Scandicci, che dopo cinque anni in Toscana, probabilmente accetterà l’offerta dell’Eczacibasi. A San Paolo l’Italia ha messo in scena il remake dell’estate. Dopo aver battuto in semifinale due squadre brasiliane, a contendersi il titolo di campione del mondo per club sono state la Savino Del Bene Scandicci e l’Imoco Conegliano con quest’ultima che dopo essersi fatta sorprendere da Milano nella più nostrana Supercoppa, lascia a Scandicci, al suo esordio, lo scettro di regina mondiale. Ha perso il tocco magico Conegliano o è proprio la pallavolo italiana ad aver alzato il livello? La tesi più accreditata è la seconda. Anche perché l’Italia è caput mundi del volley femminile a tal punto che la Challenge cup del 2025 l’ha vinta una squadra (Roma) che era appena retrocessa in A2. Oggi è Antropova la più desiderata di tutte. L’opposta 22enne cresciuta a San Pietroburgo ma naturalizzata italiana, non è ancora arrivata al massimo del suo potenziale ma anno dopo anno sta scalando la vetta avvicinandosi sempre di più a Paola Egonu. Chi giocherà titolare la prossima estate? Kate alla Gazzetta dello Sport ha saggiamente ammesso: “Per fortuna la scelta non tocca a me, un problema che lascio volentieri a Velasco”. Ma è molto probabile che sarà lei, con Egonu che si prende un po’ di riposo. Gli Europei del 2026 garantiscono alla vincitrice il pass olimpico e l’Italia è in buone mani. Il che non è poco per chi quella medaglia la deve difendere a Los Angeles.

 

 

Ma torniamo al 2025. Quello che verrà ricordato come l’anno delle donne del volley lo è non solo per le vittorie e i record di imbattibilità, ma per il messaggio che queste donne stanno lanciando nell’etere. Ce lo spiega ancora Rachele Sangiuliano: “La mia generazione lo sa bene, la visione dell’atleta supereroe non solo faceva male ma era falsa. Il fatto che questa generazione invece abbia apertamente parlato di paura di sbagliare, di sentirsi a volte sopraffare e non essere all’altezza, le sta facendo diventare dei veri punti di riferimento. La ragione per cui il Mondiale di pallavolo vinto dalle ragazze ci ha fatto così tanto godere è perché non sono state perfette ma hanno vinto comunque”. Chi ti ha colpito di più tra le azzurre? “Miriam Sylla ha una bellissima ironia, lei riesce a normalizzare tutto, anche quando racconta la sua infanzia non lo fa mai con vittimismo. Poi Stella Nervini, ha affrontato il Mondiale come una giocatrice esperta, non era facile sostituire una come Caterina Bosetti (anche lei campionessa del mondo con Scandicci appena qualche giorno fa, ndr). E poi ho adorato il doppio cambio Antropova-Cambi. L’incisività di entrambe è stata impressionante”. Cos’altro? “È stato importante vedere come hanno reagito alle vittorie le due Nazionali di pallavolo. Gli uomini che si riconfermavano campioni hanno apertamente mostrato le loro emozioni, con la voce rotta dalle lacrime. Le donne invece ridevano e si scontravano l’un l’altra in un atteggiamento che fino a oggi apparteneva alla sfera maschile”. C’è qualcosa che manca ancora in questo quadro decisamente positivo di un movimento, quello della pallavolo, trascinato dall’entusiasmo? “Mancano modelli di riferimento femminili in panchina e dietro alle scrivanie. E mi fa piacere che nel 2026 entrerà in vigore una regola della Fivb che impone la presenza di una allenatrice donna negli staff. Spero di vedere Manuela Leggeri sempre più protagonista. D’altronde avrei visto benissimo anche Silvia Salis come presidente del Coni”.

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