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Il foglio sportivo

C'è ancora Benvenuti su quel ring

Alberto Facchinetti

Gli assoluti di Trieste nel ricordo di Nino, l'uomo che ha fatto la storia del pugilato italiano: tra i Pro Nino ha in 90 incontri 82 vittorie, 1 pari e 7 sconfitte. Alla kermesse erano presenti anche la figlia e il fratello Dario

Più di qualche vecchio appassionato di boxe, giunto lo scorso weekend al PalaChiarbola di Trieste per assistere agli Assoluti italiani di pugilato olimpico, si è emozionato nel vedere seduto a bordo ring un signore distinto, che ha passato gli ottanta, con i capelli bianchi e il fisico da ex sportivo ancora in forma. Impossibile non pensare a Nino Benvenuti quando si vede il fratello Dario, tre anni più giovane, concentrato a vedere le finali dei campionati italiani Elite. Anzi, per un attimo sembra proprio Nino, il campionissimo, scomparso lo scorso 20 maggio, quando la candidatura di Trieste per organizzare il torneo era già avanzata da mesi. Questi tre giorni sono diventati così un omaggio a Nino, la cui foto appariva su tutte le locandine della manifestazione e su un ledwall dietro al ring, proprio da dove i ragazzi iniziavano la loro ring walk.

 

Nei giorni precedenti alle gare una mostra fotografica dedicata a Benvenuti è stata ospitata nella sede della Camera di commercio di Trieste in Piazza della Borsa, e nel weekend è stata trasferita al palazzetto. Un modo per far conoscere ai ragazzi la storia del fuoriclasse, popolare come nessun altro nella storia pugilistica italiana, per le vittorie anche all’estero, per i suoi ammiccamenti al mondo dello spettacolo, e per il suo modo naturale di essere divo, nonostante le grandi sofferenze patite nella sua vita. “Il mio mito era Benvenuti. Come lui o Cassius Clay ne nasce uno ogni 100 anni!”, nella mostra viene citato il collega e rivale Vito Antuofermo. Benvenuti era nato a Isola D’Istria (oggi Slovenia), ma qui a Trieste veniva in bicicletta ad allenarsi all’Accademia Pugilistica Triestina in via San Nicolò, spazio che purtroppo non esiste più. Continuò ad allenarsi lì anche dopo essersi stabilito con la famiglia in via Madonna del Mare, poco distanti, arrivati a Trieste in conseguenza dell’esodo istriano.

 

Anche il fratello Dario è stato pugile, un centinaio di match tra dilettanti e professionisti, ma con un record non certamente stellare come quello del fratello maggiore. Tra i Pro Nino ha in 90 incontri 82 vittorie, 1 pari e 7 sconfitte, mentre Dario risponde con un 3-8-4. Presente alla kermesse anche la figlia di Nino, Nathalie Bertorello, di professione interior designer e autrice del recente documentario “Nino Benvenuti. Una leggenda italiana” che il campione non ha fatto in tempo a visionare. Anche Nathalie era emozionata nel vedere l’immagine del papà e di stare accanto allo zio, notando di continuo la somiglianza tra i due. Il campionato italiano di pugilato Elite è un torneo che ha una storia lunghissima. Iniziò a essere disputato dal 1920, a Trieste venne organizzato per la prima volta nel 1952, ben 73 anni prima, le categorie di peso allora erano dieci, vinse gente del calibro di Francesco Cavicchi, Bruno Visintin, Aureliano Bolognesi, che pochi mesi dopo sarebbe diventato campione olimpico dei leggeri ad Helsinki e il leggendario Tonino Borraccia, che poi fece la carriera negli States. Benvenuti allora frequentava già la palestra di Trieste, ma era troppo giovane per partecipare, sarebbe stato presente quattro anni dopo e da allora fino alla vittoria dell’oro olimpico a Roma e il conseguente passaggio tra i professionisti non perse un match agli Assoluti (c’è da dire che ne perse solo uno in tutta la carriera dilettantistica).

 

La seconda volta che gli Assoluti sono stati organizzati a Trieste è successo proprio nell’anno della scomparsa dell’atleta prediletto della città. Lui che nel febbraio del 1979, per il funerale dell’altra gloria sportiva della città Nereo Rocco è tornato da Roma per portare la bara del Paron in prima fila con Gianni Rivera. Dalla figlia e dal fratello è stato consegnato anche il Premio Nino Benvenuti, opera dell’artista Stefano Branca, simbolo di amicizia, rispetto e della lotta contro la violenza sulle donne, ai due Migliori Pugili del Torneo: Nicolò Vettore, neo campione nei 75 kg (che poi è la categoria dei Medi, quella anche di Nino) e Madalina Grabucea, neo Campionessa nei 54 kg. Il primo si allena nella palestra veneta Ultimo Round Boxe, la seconda in Lombardia al Centro Arti Marziali. Al torneo hanno partecipato sia pugili delle varie associazioni dilettantistiche sia coloro che fanno parte dei Gruppi Sportivi. Non c’erano tutti i Nazionali, comunque il livello era alto.

 

Il PalaChiarbola, impianto inaugurato nel 1970 e oggi utilizzato soprattutto per la pallamano (tra poche settimane qui giocherà la Nazionale), è conosciuto dai baskettari perché è il luogo dove nel 1985 Michael Jordan nell’incontro promozionale della Nike tra la Stefanel Trieste e la Juve Caserta giocò con la canotta di casa andando a referto con 41 punti e frantumando il tabellone del canestro a seguito di una schiacciata. Una recente targa ricorda l’episodio nel palazzetto dove si sono disputati gli Assoluti. Qui fa l’attività il Club sportivo Trieste pugilato, che proprio quest’anno compie 50 anni, ed è stato l’organizzatore dei tre giorni. La palestra fondata da Enzo Battimelli (oggi sono i figli Paolo e Roberto a portare avanti l’impegno) nasce appunto quando Benvenuti si era già ritirato e il campione la frequentò soltanto da amico, passando di tanto in tanto per un saluto.

 

Presenti molti personaggi del mondo della boxe, compresi i tecnici della Nazionale Giovanni De Carolis e Clemente Russo ovviamente molto interessati per le prossime convocazioni. C’era anche l’ex peso massimo Biagio Chianese, napoletano da una vita a Trieste, un pugile che ha affrontato sia Francesco Damiani che il cubano Teófilo Stevenson, trionfando agli Assoluti ben sette volte. Anche da professionista si è laureato campione italiano. Da anni vive qui, senza aver perso l’accento napoletano. Anche lui ha un ricordo di Benvenuti. Al Foglio sportivo dice: “Nino è stato l’esempio di noi italiani, i miei amici da Napoli mi chiedevano in continuazione se avevo conosciuto Nino e come era di persona. Nino è stato un grande, sul ring non c'è bisogno che lo dica io, ma anche nella vita privata, era una persona semplice. Scherzava con me ricordando l’esibizione che ha fatto nel 1979 a Monfalcone con Emile Griffith, io allora per prepararli ho fatto sparring con entrambi. Un grande Nino”.

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