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Ritratto di Tether. La criptosocietà che vuole comprarsi la Juve

Riccardo Carlino

La società, gestita da due italiani, ha in mano una criptovaluta da oltre 13 miliardi di utili. Per Elkann i valori della squadra “non sono in vendita”, ma presto potrebbe arrivare un rilancio

Luciano Moggi aveva previsto qualcosa di simile al Foglio, e poco dopo è arrivata l'offerta. La società di criptovalute Tether ha presentato un’offerta vincolante per acquistare la Juventus. Con questa proposta, si intenderebbe acquisire tutte le azioni della squadra di proprietà di Exor, il gruppo d’investimento della famiglia Agnelli-Elkann, che controlla attualmente il 65,4 per cento del capitale sociale della società, mentre Tether ne possiede l’11,52 per cento. Per ora. Le intenzioni sembrano serie: la proposta è di 2,66 euro per azione e, in caso di perfezionamento dell’operazione, Tether ha chiarito che investirà complessivamente un miliardo di euro nella Juventus. Il giorno dell'annuncio, una foto pubblicata su Instagram ritraeva una zebra con una sciarpa della squadra al collo e sotto la scritta, dal vago sentore trumpiano: “Make Juventus Great Again”. 

    

         

 

La notizia precipita in una situazione societaria piuttosto frenetica per John Elkann. In questi giorni si sta ragionando sulla probabile cessione del Gruppo Gedi (anche questo in pancia ad Exor) al gruppo Antenna, di proprietà della famiglia greca dei Kyriakou. A questo giro, però, il presidente ha chiarito sin da subito: "I nostri valori non sono in vendita", ha detto su un video pubblicato su X, con tanto di felpa griffata Juventus.

   

           

 

"Per me, la Juventus ha sempre fatto parte della mia vita", ha dichiarato Paolo Ardoino, ceo di Tether, nella nota in cui si annuncia l'offerta. "Sono cresciuto con questa squadra. Da ragazzo, ho imparato cosa significassero impegno, resilienza e responsabilità, guardando la Juventus affrontare con dignità successi e avversità. Queste lezioni mi sono rimaste impresse a lungo dopo il fischio finale". Romanticismo calcistico a parte, la storia della società affonda le radici nella tecnologia più innovativa e - a tratti - ancora difficile da decifrare: quella delle criptovalute.

  

Lanciata nel 2014 ed esplosa nel 2020, Tether USDT è ormai fra le criptovalute più diffuse al mondo. Nel 2024 ha dichiarato utili per oltre 13 miliardi di euro e la sua sede è a El Salvador, il primo paese al mondo a rendere il bitcoin moneta a corso legale. Si tratta di una stablecoin pensata per offrire liquidità senza la volatilità tipica delle crypto tradizionali. Essendo, per definizione, basata sulla stabilità, è garantita da riserve certe ancorate al dollaro in perfetta parità: a ogni token (gettone) emesso corrisponde un dollaro in cassa. L'ad Ardoino è riuscito a salire dalla posizione 26 alla quinta nella lista dei più ricchi d'Italia, con un patrimonio da 9,5 miliardi. Tuttavia, sebbene a livello mediatico sia più defilato, la mente del progetto è Giancarlo Devasini, medico-chirurgo prestato all'informatica e alle valute digitali. Secondo Forbes, il suo patrimonio graviterebbe attorno ai 22,4 miliardi di dollari. 

 

Al niet di Elkann potrebbe presentarsi una nuova offerta da parte di Tether, ben più generosa della prima. Nel frattempo il titolo Juventus vola in borsa. Segno che, almeno dal punto di vista dei mercati, un po' di fiducia nell'operazione c'è. 

 

 

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