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per una rivoluzione luddista del calcio

Quella cagata del Var va abolita: i tifosi tornino a esultare e gli arbitri a sbagliare

Jack O'Malley

Lasciateci esultare al gol senza aspettare 5 minuti di revisione per poi scoprire che l’etichetta posteriore della scarpa dell’attaccante era in fuorigioco, smettetela con questa farsa dell’obiettività della tecnologia applicata a uno sport fatto di sangue, sudore e inganni

Non vi do certo uno scoop se vi confesso che questo articolo mi è stato commissionato da un direttore interista e agile tedoforo di cui non farò il nome, ma non avevo certamente bisogno del rigore fischiato al Liverpool contro l’Inter martedì sera per ribadire quello che scrivo su queste pagine da anni: il Var è una cagata pazzesca. Sia chiaro: ho alzato innumerevoli pinte (e oggi stapperò ancora bionda al mio pub del cuore) per la vittoria dei Reds e la prova di forza e di culo di Slot, tornato a vincere dopo avere escluso Salah dalla lista dei convocati. Ma ammetto – proprio come l’allenatore del Liverpool – che un rigore così di solito non si fischia. Ora il problema non è fare i pizzica-merda della casistica col regolamento, ripetendo come piccoli Marelli che “la regola dice che non si può tirare la maglietta, quindi…”, né fare i cialtroni da pub in stile ex calciatori che urlano “allora devi fischiare 30 rigori a partita”. Il problema è che il Var deve essere eliminato dalla faccia della Terra. Moralista e transumanista, una delle cose più vicine al male assoluto nel calcio dopo la Mls, il sistema di revisione video che giurava di raddrizzare i torti e redistribuire la ricchezza delle decisioni a favore di tutte le squadre si è rivelato una buffonata, ha moltiplicato le possibilità di interpretazioni da parte di arbitri e assistenti e trasformato i guardalinee in comparse inutili (idea: perché non mettere guardalinee donne, a questo punto?).

 

Sono sempre più numerosi i casi di arbitri che non fischiano perché “tanto c’è il Var” oppure fischiano e vengono richiamati e “corretti” per dettagli ogni volta più assurdi. All’inizio almeno gli assistenti che stavano al caldo della sala Var si vergognavano di segnalare come errori decisioni legittime del direttore di gara, adesso invece la mania di protagonismo ha colpito anche loro, ed è partita una gara a chi riesce a far assegnare il rigore più demenziale, ma sempre rispettando il regolamento. Siamo sinceri, amici, tanto ormai la sbronza dell’ottimismo tecnologico in qualunque campo è superata da un pezzo: serve una rivoluzione luddista del calcio, sogno orde di tifosi costretti a stare zitti allo stadio per non offendere nessuno che assaltano le sale Var di tutta Europa e cambiano canale agli arbitri, Spid permettendo. Lasciateli sbagliare in pace, lasciateci esultare al gol senza aspettare 5 minuti di revisione per poi scoprire che l’etichetta posteriore della scarpa dell’attaccante era in fuorigioco, smettetela con questa farsa dell’obiettività della tecnologia applicata a uno sport fatto di sangue, sudore e inganni. E smettetela di dare alibi agli interisti, che tanto martedì meritavamo noi inglesi.

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