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Formula 1

A volte vincono i buoni: Lando Norris è il campione del mondo della Formula 1

Fabio Tavelli

Dopo quattro anni Max Verstappen dovrà cedere il numero uno sulla sua vettura del prossimo anno all'inglese della McLaren. Eppure il pilota olandese anche se non ha vinto il titolo, di certo non ha perso

A volte vincono i “buoni”, i fragili, i pistoleri gentili. Lando Norris è il Campione del Mondo con l’asterisco. Ma lo è. L’asterisco, metaforico, è perché dopo quattro anni Max Verstappen dovrà cedere il numero uno sulla sua vettura del prossimo anno. Ma nessuno, onestamente, può dubitare sul fatto che l’olandese fosse anche a questo giro il più forte. A maggior ragione perchè la McLaren era largamente la vettura migliore. Eppure, Lando ha vinto. E quindi, evviva Lando.

Chi vince esulta e chi perde spiega. Verstappen però non credo debba spiegare nulla. Semplicemente perché non ha perso. Non ha vinto, ma non ha perso. Otto vittorie contro le 7 di Norris e Piastri (e zero delle Ferrari…). La sensazione palpabile che a macchine invertite l’olandese avrebbe messo il quinto anello forse già in estate. Ma così non è e quindi è giusto dare a Lando quel che è suo. Nella line-up del 2026 ci saranno quattro Campioni del Mondo. Gli stagionati Alonso ed Hamilton, Max e Lando. Fragile? Ad Abu Dhabi non si è visto. Piastri, probabilmente il vero fragile della compagnia, lo ha infilato subito mettendolo terzo, la posizione-garanzia del titolo ma anche quella maggiormente rischiosa. Soprattutto perché Leclerc nei primi giri gli stava particolarmente addosso. Poi no, poi la gara è andata via liscia. Nonostante l’inglese colorato papaya abbia dovuto prendersi un paio di rischi. Dopo il primo pit-stop il muretto lo ha messo nel traffico e lui non ha tremato. Ha passato Tsunoda uscendo dai limiti della pista ma costretto da una difesa non corretta da parte del giapponese. Prima di Abu Dhabi si era un po’ romanzato sul fatto che ci fossero alcuni alleati di Max a centro gruppo. Tsunoda, ovviamente, ma anche Hadjar. Alleati sì, ma senza la classe necessaria per fare un lavoro pulito e profittevole. Meglio così, meglio non dover commentare un finale di stagione tipo il 2021, quando Verstappen iniziò il suo periodo d’oro favorito da una scelta cervellotica della direzione di corsa.

Altro tema di chiacchiera: Piastri, dovesse servire, si scanserà per favorire un sorpasso di Lando se l’inglese fosse quarto. Non c’è stato bisogno. Il Mondiale con lo swap ce lo siamo risparmiati. Tornano alla mente le amnesie di Lando quando soffriva Max ad ogni corpo a corpo e regolarmente perdeva la prima posizione se era in pole. Restano scolpite nella pietra le manovre assurde tipo quando si è messo a muro in Canada rischiano di trascinarsi dietro anche il compagno di squadra. Eppure, Lando è campione. Campione del mondo anche grazie, finalmente, a una condotta strategica del muretto orientata non al buonismo esasperato ma alla massimizzazione del profitto. La McLaren fa il bis del titolo Costruttori e lo fa rischiando grosso. Qualcuno tirerà fuori il sorpasso di Lando su Kimi in Qatar e quei due punti che hanno pesato come un macigno sul risultato finale. Lo facciano, Lando può andare a testa alta. Perché quelli come lui, sensibili e fragili di fronte al duro più duro che ci fosse in giro, a volte possono anche vincere. Aveva la macchina migliore? Sì, l’aveva. Ma l’aveva anche il suo compagno di squadra, che invece in classifica è arrivato terzo.

Finisce qui l’era ibrida, da marzo sarà tutto diverso con un nuovo regolamento tecnico. Inizierà una nuova storia, altre opportunità anche per chi in questo doppio ciclo ha portato a casa le briciole. Il riferimento è alla Ferrari. Dal 2014 il Mondiale lo hanno vinto tre scuderie: Mercedes, Red Bull e McLaren. La traversata del deserto continua. 

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