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il foglio sportivo
Il fuoco di Olimpia sta arrivando in Italia
Il 4 dicembre la fiaccola al Quirinale da Mattarella, poi comincerà il tour che toccherà le 20 regioni. L'ultima tappa a Milano, il 5 febbraio. Quando la fiamma finalmente si riposerà nel suo braciere a muoversi saranno atlete e atleti
Il countdown è partito ai -72. Sono i giorni che separano l’accensione della fiamma olimpica dal suo arrivo nel braciere all’Arco della Pace. Il simbolo dello sport a cinque cerchi ha preso vita mercoledì 26 novembre a Olimpia, dove il mito colloca l’origine dei Giochi antichi, e decreterà l’inizio delle XXV Olimpiadi invernali di Milano-Cortina il 6 febbraio, al termine della cerimonia d’apertura a San Siro. Poco più di due mesi, durante i quali bisogna ultimare le opere che ospiteranno le gare e in cui 10.451 tedofori e tedofore porteranno la fiamma dalla Grecia all’Italia attraverso un percorso già scandito in tutte le sue tappe. Il rischio di maltempo ha obbligato a organizzare parte della solenne cerimonia all’interno del museo archeologico di Olimpia: il canottiere greco Petros Gaidatzis ha ricevuto il sacro dono come primo tedoforo, subito condiviso con l’ex fondista italiana Stefania Belmondo. I due, usciti dal cortile del museo, hanno percorso un breve tratto prima di cedere la fiamma ad Armin Zöggeler sotto il monumento eretto a Pierre de Coubertin, il padre-fondatore dei Giochi moderni. Il cielo, infine caritatevole, ha riservato il sole ai primi chilometri in viaggio delle torce. Zöggeler, ex slittinista azzurro da sei medaglie olimpiche in altrettante edizioni consecutive, vinse l’oro a Torino nell’ultima Olimpiade italiana: “Ho respirato l’autenticità dell’atmosfera olimpica, è stato davvero emozionante. Ora posso dire di aver quasi chiuso il cerchio della mia lunga parentesi di atleta”. Lo stesso cerchio chiuso da Belmondo, che a Torino fu ultima tedofora: “Essere chiamata è stata un onore, ho accettato con orgoglio. È stato come ritrovare il mondo in cui ho vissuto per anni”. Un mondo che non ha mai abbandonato Giovanni Malagò, anche lui tedoforo in passato. L’ex capo dello sport italiano, presidente della Fondazione Milano-Cortina, è intervenuto alla cerimonia. Ha rivendicato con orgoglio “lo spirito italiano, che illuminerà questa torcia”. Dopo di lui, la presidente del Cio Kirsty Coventry ha lasciato trasparire la sincera commozione per i suoi primi Giochi a capo del Comitato olimpico internazionale, in un periodo storico delicato in cui lo sport dovrà ancora “abbattere muri, unire e ispirare”.
La perfetta liturgia dell’accensione della fiamma, con l’attrice-sacerdotessa Mary Mina intenta a raccogliere i raggi solari tramite uno specchio parabolico nel sacro bosco di Olimpia davanti all’Heraion, l’antico tempio di Era, combacia con la precisa ricorrenza dei Giochi di Milano-Cortina. Distanti 20 anni da quelli di Torino, gli ultimi in Italia, e 70 dai primi, sempre a Cortina, dove sarà acceso il secondo braciere previsto oltre a quello milanese. Il filo rosso che unisce le Olimpiadi italiane è il 6 (1956, 2006, 2026), considerato il numero perfetto in quanto somma e prodotto dei suoi divisori (1,2,3): rimanda all’armonia, citata da Malagò nel suo discorso quale ideale-ponte tra passato mitico, presente e futuro imminente. La magia del 6 contempla anche l’unica edizione estiva a Roma, nel ‘60. L’inizio del decennio del boom. Il viaggio del fuoco olimpico in Italia non poteva non iniziare il 6 dicembre, a due mesi dall’atteso 6 febbraio. Il passaggio di consegne avverrà due giorni prima tra Atene e Roma: la fiamma raggiungerà il Quirinale giovedì 4 dicembre alle 18, con una cerimonia prevista nel piazzale antistante la mattina successiva. Sarà accolta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che consegnerà invece il tricolore ai portabandiera azzurri lunedì 22. Verranno nominati qualche giorno prima e, novità assoluta, saranno quattro, due per sesso, concessione che il nuovo presidente del Coni Luciano Buonfiglio è riuscito a strappare. Le vacanze romane della fiamma olimpica dureranno poco, il tempo di essere celebrata anche allo Stadio dei Marmi del Foro Italico nella serata del 5 dicembre. Alle 20.30 scatterà una festa, The Coca-Cola Summit Fest, un concerto gratuito con artisti del calibro di Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave, un evento con personaggi di spicco come Benedetta Parodi e The Jackal, un tributo al mondo dello sport con campioni quali Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev e tanti altri.
Coca-Cola, presenting partner del viaggio della fiamma olimpica con Eni, sarà una costante nella lunga passerella che unirà le 20 regioni italiane, tutte le sue province, 60 città e 300 comuni. Il fuoco risplenderà in tutti i siti Unesco esistenti nel Belpaese e ne riscalderà altri dal profondo significato umano e sociale come Amatrice, la città nel Reatino scossa dal terremoto del 2016, il quartiere napoletano di Scampia e il vicino comune di Caivano poco prima di Natale, il 23 dicembre. Il Capodanno verrà invece festeggiato tra Bari (31 dicembre) e Campobasso (1 gennaio). Dalla Puglia e dal Molise si inizierà a salire fino a toccare tutte le sedi olimpiche: Cortina il 26 gennaio, a celebrazione dell’anniversario dei Giochi del ‘56, Anterselva il 27, poi ancora Predazzo e Tesero il 28, Livigno il 30 e l’indomani a Bormio. Infine sarà la volta di Milano il 5 febbraio: un tour cittadino prima dello show del giorno successivo, con la cerimonia d’apertura messa a punto dal direttore creativo Marco Balich. Quando la fiamma finalmente si riposerà nel suo braciere e a muoversi saranno atlete e atleti.