Foto Epa, via Ansa
i senza diego
Maradona è anche cultura universitaria
Cinque anni fa moriva il Pibe de Oro, che fu campione di calcio e ora soggetto di ricerche e riflessioni unviversitarie
Mai prima d’ora un calciatore era stato il tema esclusivo di un congresso accademico internazionale. È accaduto in Argentina, e quel calciatore non poteva che essere Diego Armando Maradona. Morto ormai da cinque anni, il Pibe de Oro resta “l’assenza più presente che abbia mai visto”, come dichiarato da Jorge Valdano a ESPN nel 2022. Ed è certamente più vivo che mai nella memoria di ricercatori e studiosi di diverse discipline, riunitisi all’Università di Buenos Aires (Uba) per riflettere collettivamente sul lascito di una delle figure più iconiche della cultura calcistica popolare. Per tre giorni, dal 6 all’8 novembre, i più di duecento partecipanti hanno condiviso ricerche e riflessioni sull’ex calciatore e allenatore argentino.
Nel corso degli incontri si è approfondito come Maradona abbia incarnato l’identità nazionale del proprio paese, le forme di devozione e religiosità sorte intorno a lui, oltre al suo significato simbolico legato alla guerra delle Isole Malvine e ai modelli di mascolinità egemonica. Si è parlato anche di moda, tatuaggi e muralismo ispirati alla sua immagine, a testimonianza della vastità di temi che il suo mito ha saputo generare. L’iniziativa è nata da Fabián D’Aloisio, coordinatore della cattedra di “Diegologie”, uno spazio istituito all’interno della Facoltà di Scienze Sociali della Uba che studia Maradona attraverso sociologia, cinema e letteratura, con l’obiettivo di rileggere la storia recente dell’Argentina tramite l’ex numero dieci della nazionale albiceleste.
Se dedicare un intero congresso universitario a Maradona è stata una prima assoluta, l’idea di analizzarlo in ambito accademico non è invece del tutto nuova. Era già accaduto in Italia: poche settimane dopo la morte della leggenda del Napoli, il blogger e scrittore sportivo Jvan Sica, insieme al professore Alfonso Amendola, aveva fondato un centro studi sviluppato attorno alla figura di Maradona presso l’Università di Salerno. “Girando per anni per le strade di Napoli, bastava chiedere di Maradona per scoprire che praticamente tutti avevano un ricordo o un’emozione legata a Diego”, racconta Sica.
Le conversazioni emerse all’interno del centro hanno poi portato alla pubblicazione del libro “Studiare Maradona” nel 2024. “Abbiamo cercato di capire come il suo personaggio abbia influenzato gli ambiti più disparati, anche quelli meno noti: dalla microeconomia al giornalismo, dalla comunicazione alla politica, fino ai videogiochi e persino alla cucina”, spiega l’autore. Sica sottolinea inoltre come lo sport, e il calcio in particolare, non sia ancora considerato un ambito di studio accademico di alto livello. “Esistono lavori interessanti sulle ricadute storiche e sociologiche dello sport, ma se inizi a parlare di letteratura, didattica o filosofia sportiva, vieni guardato ancora storto. Quanti libri di sport figurano nelle bibliografie universitarie?”, si chiede. Proprio per questo il progetto del centro studi punta ad ampliarsi, includendo altre personalità e fenomeni sportivi, con Maradona considerato una sorta di vate in grado di introdurre riflessioni sui grandi geni dello sport. E il congresso organizzato in Argentina può fungere da punto di partenza. “Spero che da Buenos Aires parta un effetto a catena nello studio dello sport”, conclude Sica. “Dagli stadi e dai palazzetti sono sempre partite direttrici di ricerca che quasi nessuno ha seguito. È tempo di prenderle in mano e svilupparle”.
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