Foto Epa, via Ansa

Il foglio sportivo - that win the best

Al Mondiale tra riti voodoo, smartworking e scie chimiche

Jack O'Malley

L’Italia ha tanto tempo per cercare la scusa giusta in caso di un’ennesima eliminazione ai playoff

Cosa penso dei playoff dell’Italia l’ho già scritto ieri: la via verso i Mondiali 2026 è più stretta di un tanga color melanzana indossato sui maroni, ed è bene cominciare a trovare scuse buone per giustificare l’ennesima eliminazione. Nessuna però sarà in grado di battere quella accampata dal commissario tecnico della Nigeria, Eric Chelle, dopo la sconfitta decisiva contro la Repubblica democratica del Congo di qualche giorno fa: “Uno dei loro allenatori stava facendo dei riti voodoo. Li ha fatti ogni rigore, per tutto il tempo”, ha detto per spiegare il fatto di essersi scagliato contro la panchina avversaria cercando di menare le mani contro qualcuno che stava lanciando in aria “acqua o qualche liquido simile” per attirare successo e fortuna. Fatto sta che la Nigeria resta a casa anche questa volta e il Congo è a una sola partita dallo storico traguardo. Chiedo scusa per avere usato la parola “storico”, ormai più abusata dai giornalisti sportivi di un congiuntivo da Rita De Crescenzo: è chiaro a tutti che quello del 2026 sarà un Mondiale con qualità talmente bassa da sembrare una Serie A tra Nazionali, però vuoi mettere la soddisfazione di fare storytelling su Capo Verde, Panama e compagnia scarpona? 

 

I migliori sono i Lele Adani minori, quelli che ci spiegano che loro seguono Curaçao da tempi non sospetti, e ci spiegano schemi, investimenti sui giovani e skill del loro esterno sinistro e giurano che “non è un caso” se un paese con 500 abitanti giocherà contro Brasile o Germania, anzi è giusto così. 

 

Spezzo però una pinta (vuota) in favore di Haiti, qualificata dopo 52 anni senza che gran parte dei giocatori abbia mai potuto mettere piede in patria, devastata oggi dalla guerra civile. Un brindisi al ct Sébastien Migné, che ha allenato e gestito il gruppo in smartworking: un eroe che ha permesso al paese caraibico di vedere avverato il proprio sogno proibito. 

 

Espressione abusata anche questa, tra l’altro, se è vero che giovedì la Gazzetta, in preda al delirio giornalistico che vi ha travolti sul suicidio di due ballerine novantenni titolava che le gemelle Kessler sono state “il primo sogno proibito degli italiani insieme alla Grande Inter”: in redazione continua a girare roba buona, evidentemente. 

 

Roba che deve avere assaggiato anche il calciatore dell’Atletico Marcos Llorente, che in una recente intervista ha detto che “dal sole non mi proteggo, ma le scie chimiche mi preoccupano". Ecco, l’Italia potrebbe dare la colpa alle scie chimiche quando sarà eliminata dall’Irlanda del Nord.