Il Foglio sportivo - Storie di storie

Tennis e calcio nel nome di Mura

Mauro Berruto

I vincitori del premio letterario “Gianni Mura”, "Vertical, il romanzo di Gigi Riva" di Paolo Piras e "Domani si va al mare. Wimbledon, anarchia, prigioni, esilio e nuovi mondi", di Monica Giorgi e Serena Marchi, miglior opera pubblicata sul tennis

Come d’abitudine nella settimana delle Atp finals questa rubrica è dedicata ai vincitori del premio letterario “Gianni Mura”, che in una bella triangolazione fra Comune di Torino, Salone internazionale del libro e la grande kermesse tennistica, proprio a Torino è nato e, da quattro anni a questa parte, premia i suoi vincitori nel corso della settimana sportiva più attesa sotto la Mole.

 

Il premio Mura riserva una menzione speciale per la miglior opera pubblicata sul tennis, quest’anno assegnato – senza dubbio alcuno – al libro di Monica Giorgi e Serena Marchi, "Domani si va al mare. Wimbledon, anarchia, prigioni, esilio e nuovi mondi" (Fandango, 2015) che racconta le (almeno) cinque vite della tennista e filosofa anarchica Monica Giorgi. In tempi in cui lo sport – e il tennis in particolare – è spesso raccontato come vetrina di successi e sponsor, questo libro emerge come un’autobiografia radicale, dove la racchetta si intreccia con l’etica e il dissenso. Monica Giorgi non è solo la tennista livornese che calcò i campi di Wimbledon: è una filosofa anarchica del gesto sportivo, una figura che rifiutò con coerenza i dogmi della normalità, figura esemplare per smentire il frequente qualunquismo che chiede agli atleti di “pensare a giocare” e basta. Monica Giorgi pensa eccome e Serena Marchi restituisce alla sua storia una narrazione agile, che procede dallo sport alla politica con rigore, senza cedimenti. La vita di Giorgi conosce il dritto, il rovescio e la volée, ma anche l’arresto per un caso politico, l’esilio, la militanza. 

 

Chi cerca una cronaca tecnica dei suoi match resterà deluso: il cuore è nel racconto dell’altro modo di intendere lo sport, quello che fa da sfondo alle battaglie interiori e alla convivenza con l’utopia. In definitiva, Domani si va al mare pone domande vere, proprio come fa la filosofia, la materia tanto amata e insegnata dalla Giorgi: cosa significa davvero gareggiare? Quale campo è quello su cui si gioca la partita della vita? Quando un tennista posa la racchetta e stringe un manifesto politico, è ancora sport? 

 

Il premio votato da giuria e lettori per il miglior libro di letteratura sportiva è andato invece a Paolo Piras, "Vertical, il romanzo di Gigi Riva" (66thand2nd, 2015), un esempio di epica moderna, scritto con voce e stile davvero “muriani”, dove il calcio diventa quasi il pretesto di un racconto di umanità e mito quotidiano. Gigi Riva è un Ulisse contemporaneo che, dopo i grandi dolori dell’infanzia e una certa solitudine dei trionfi, intraprende un viaggio che non riporta a Itaca, ma approda e si ferma in un’isola di pace e quiete che lo adotta e lo ama incondizionatamente: la sua Calipso, che non lascerà mai più. Un romanzo che riempie con poesia, pudore e verità le pagine bianche fra le imprese, quelle dove si cela la grandezza più autentica di un uomo.

 

Infine, Francesco Gungui, "Meta. Una storia di rubgy e amicizia" (Editrice Il Castoro, 2015) è il libro che ottiene il riconoscimento per la sezione “Fuoriclasse”, che premia il miglior libro di letteratura sportiva per ragazze e ragazzi, letto, scelto e votato da oltre 900 studenti di 51 classi, in dodici regioni italiane.

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