Kimi Antonelli sul podio del Gp del Brasile inondato di champagne da Max Verstappen (foto Epa via Ansa)

a interlagos

Il primo fine settimana quasi perfetto di Kimi Antonelli in Formula 1

Fabio Tavelli

Il Gran premio del Brasile lo ha vinto Lando Norris. Il pilota italiano è arrivato secondo al termine di un ottima gara. Nel finale ha tenuto a bada la rimonta di Max Verstappen

“Adesso vai. Ti lascio solo con lui, amico!”. L’ingegnere di pista, Peter Bonnington, a 5 giri dalla fine della gara lo ha detto via radio a Kimi Antonelli. Max Verstappen aveva appena sbranato l’altra Mercedes di George Russell e si stava avvicinando con la bramosia dello squalo per papparsi anche il più giovane della compagnia. Quelle parole di “Bono” (il soprannome che gli aveva dato Lewis Hamilton quando era con i grigi) sono state l’investitura ufficiale per il ragazzino italiano. I rapporti tra ingegneri e piloti in questa stagione non sono mai stati troppo teneri. Bonnington una volta ha addirittura detto: “Ok, Lewis” a Kimi. Soprattutto i piloti della Ferrari hanno spesso dialogato con il muretto con toni non esattamente concilianti. Quelle parole, quella fiducia nel ragazzino che va alla sfida con Clint Eastwood e la sua 44 Magnum sono state un ingresso definitivo tra i grandi. Lo stesso Verstappen, uno della pasta dei più grandi di sempre, considera ormai il bolognese degno del suo rispetto. E questo rispetto pesa molto più dei punti che Antonelli ha in classifica (al momento 26 in meno di Hamilton…nemmeno troppi e con il rischio per il Re Nero di venir passato nel finale di stagione). A precisa domanda sul weekend perfetto di Kimi (era arrivato secondo anche nella sprint race), il team Principal della Mercedes ha messo le cose sotto una luce diversa. “La perfezione Kimi la raggiungerà quando vincerà una gara e poi un Campionato del mondo. Restiamo con i piedi per terra”. Tradotto: questo ragazzino può fare anche meglio di quel che avete visto in Brasile e noi lo abbiamo preso per vincere, non per partecipare.

   

Kimi Antonelli era come un ciclista in fuga che sente via radio che Pogacar lo sta rimontando. Paura? Zero. Bravissimo Kimi, freddo e lucido a non spaventarsi quando la Red Bull con il numero 1 gli si ingrandiva negli specchietti. Sudditanza psicologica? Zero. Max stava completando un capolavoro, era partito dalla pit lane e aveva in canna di recuperare ancora qualche punto finendo secondo. Norris era imprendibile, ma per come le cose si erano messe tra gara sprint e qualifica per il quattro volte iridato arrivare secondo (e recuperare qualcosa almeno a Piastri) sarebbe stato comunque un gran prendere. Niente. Kimi di ghiaccio, nessuna indecisione e tanti saluti al suo compagno di squadra che invece da Max era stato asfaltato.

   

Kimi Antonelli (foto Epa, via Ansa)
       

Lando Norris ha in mano il titolo mondiale piloti. Piastri sembra un coniglio bagnato, Verstappen è a -49 e i punti in palio sono sempre di meno (83). Se all’inglesino non verrà paura, sarà iridato. I McLaren probabilmente ora daranno precisi ordini di scuderia a Piastri. Ovvero: non sognarti di fare manovre tipo quella di ieri se nei dintorni c’è Lando. E Oscar dovrà obbedire.

 

La Ferrari? Zero punti, una sfortuna che non molla Leclerc neanche a pregarla e il solito Hamilton disperso tra sportellate, tamponamenti e considerazioni sconsolate. Resta un dato, perché alla fine carta canta. La Scuderia è quarta in un Mondiale Costruttori con quattro squadre. Di cui una che ha punti da un pilota solo. Commentare appare superfluo. Se ne riparla con il triello Las Vegas-Qatar-Abu Dhabi.

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