Mondiale Endurance

C'è una Ferrari campione del mondo. E questa volta è realtà

Umberto Zapelloni

La 499P ha riportato Maranello in cima al mondo battendo Toyota, Porsche e tutti gli altri. Un doppio titolo Endurance (Costruttori e Piloti) costruito da Elkann e Coletta partendo da zero, con tre vittorie consecutive a Le Mans e una squadra vera, compatta, vincente. Una Ferrari che ricorda quella di Todt e Montezemolo, e che manda un messaggio anche alla Formula 1

C’è una Ferrari campione del mondo. E non è una Ferrari che corre da sola, perché per conquistare il doppio Mondiale Endurance (Costruttori e Piloti) ha dovuto battere la concorrenza di Toyota, Porsche, Cadillac, BMW, Alpine, Peugeot e Aston Martin. In Formula 1 in fin dei conti basterebbe battere la Mecedes (i motori Mclaren vengono da lì). Il Mondiale WEC è pur sempre un titolo Mondiale, anche se non finisce in prima pagina sui giornali italiani. È un Mondiale che Enzo Ferrari avrebbe festeggiato come un titolo di Formula 1 perché lui amava le gare di durata quanto le altre, anche perché gli permettevano di vendere un sacco di vetture. Ma soprattutto dietro a questo titolo c’è una storia di successo costruita partendo da zero solo pochi anni fa e arrivata immediatamente al traguardo con tre successi consecutivi con tre equipaggi differenti alla 24 di Le Mans e il Mondiale Endurance alla fine della terza stagione cominciata con quattro vittorie di fila in giro per il mondo. La paternità di questa vittoria va riconosciuta al presidente Elkann, il primo a dire di sì alla proposta di Antonello Coletta che gli chiedeva di investire sul programma Le Mans per tornare a correre nella categoria top delle gare di durata. Elkann ha dato l’ok e Coletta ha mantenuto la parola costruendo una squadra vincente  puntando su Ferdinando Cannizzo, il bravissimo direttore tecnico, sulla consulenza esterna di Dallara e la gestione in pista affidata alla AF Corse di Amato Ferrari. Poi è arrivata la 499P che non ha sbagliato un colpo nonostante ogni tanto il BoP (Balance of Performance) la penalizzasse. Senza contare i piloti, scelti personalmente da Coletta con un occhio di riguardo agli italiani: Antonio Giovinazzi, Alessando Pier Guidi e James Calado sono i campioni del mondo piloti, ma con loro hanno contribuito al titolo Antonio Fuoco, Niklas Nielsen e Miguel Molina, senza dimenticare Robert Kubica, Ye Yifei e Phil Hanson che hanno corso con la vettura Gialla gestita direttamente da AF Corse che quest’anno ha vinto a Le Mans. “Sono orgoglioso di guidare questa squadra e ringrazio tutti i suoi componenti, protagonisti in egual misura di questi successi: senza il loro lavoro prezioso, la passione e la dedizione tutto questo non sarebbe possibile. A fine gara, vedendo tutti i piloti e il team festeggiare insieme, abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione di quanto questo gruppo sia coeso”, ha detto Antonello Coletta che nel giorno del successo ha voluto ricordare anche Andrea de Adamich, dimostrando quanto rispetti la storia.

 

“E’ un traguardo che ci riempie di orgoglio e rappresenta il coronamento di un sogno, l’apice di un percorso iniziato nel 2022, quando abbiamo deciso di tornare a competere nella classe regina delle competizioni Endurance. Un percorso che ci ha visto trionfare per tre volte consecutive a Le Mans e che oggi ci permette di celebrare non solo due titoli mondiali, ma soprattutto la forza di una squadra che ha saputo lavorare come un corpo unico affrontando le tante difficoltà dell’Endurance con l’umiltà di imparare e migliorare sempre”, ha detto il presidente Elkann arrivato in Bahrain per celebrare un successo che mancava dal 1972 quando la vettura da battere era la 312P. Dal successo nell’endurance arriva un messaggio anche per la Scuderia impegnata nel Mondiale di Formula 1 dove il rischio è di chiudere la stagione senza vittorie. Quando Elkann parla di “una squadra che ha saputo lavorare come un corpo unico” il riferimento non è casuale. In tre anni Coletta ha vinto tutto. In tre anni Vasseur ha perso tutto. Vincere in Formula 1 è più difficile? Possiamo anche essere d’accordo. Ma tre anni fa la McLaren era in ultima fila, oggi è campione del Mondo. Coletta è partito da zero con il suo programma, Vasseur era partito da una base decisamente più solida, ma non ha ancora creato una squadra unita e coesa. Dall’Endurance arriva il messaggio che in Ferrari si può ancora vincere, basta giocare di squadra, scegliere i migliori, non raccontare favolette quando si sbaglia. La Ferrari di Coletta assomiglia a quella di Todt e Montezemolo. Una squadra che ha fatto la storia. Basterebbe fare un copia incolla. 

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