La parata di Mike Maignan sul tiro di Federico Gatti (foto Getty Images)

guanti sporchi #6

Mike Maignan e la lezione del polipo

Giovanni Battistuzzi

Ogni parata, in fondo, genera una diminuzione dell'entusiasmo e dei decibel dei cori. E più è intenso questo abbassamento più la parata è inaspettata ed eccezionale. Quella di Mike Maignan ha portato quasi a zero quello juventino

Il calcio ha preso e continua a prendere spunto a piene mani dal mondo animale per soprannomi e nomignoli. A volte perché ricordavano in campo certe movenze animali, a volte perché veniva scorta qualche somiglianza fisica, a volte solo perché a qualcuno venne in mente che quell'associazione fosse la migliore possibile. E così ci sono calciatori-uccello: Giancarlo "Picchio" De Sisti, Marco "Il cigno di Utrecht" van Basten, Dadá "Colibrì" Maravilha, Lulù "Il falco" Oliveira; ci sono stati calciatori-aracnidi: Lev "Il ragno nero" Yashin, René "Scorpione" Higuita; ci sono calciatori-bovini: Lautaro "Il Toro" Martínez, Pasquale "Il Toro di Sora" Luiso, Dario "Bisonte" Hubner; altri diventati calciatori-insetti: Lionel "La Pulce" Messi, Sebastian "Formica atomica" Giovinco, Giuseppe "Zanzara" De Luca; alcuni trasformati in calciatori-rettili: Sandro "Il cobra" Tovalieri, Raffaele "Il pitone" Biancolino, Carlos Henrique "Lucertola" Raposo.

A volte è successo, succede ancora, anche che il mondo animale abbia ispirato movimenti e modi di stare in campo. Fu vedendo un western, e precisamente una scena nella quale una mandria di bisonti correvano in una prateria americana, che allo scozzese Jock Stein venne in mente che il loro modo di avanzare potesse essere riproposto in un campo da gioco. E così prima il Dunfermline Athletic e poi il Celtic Glasgow iniziarono a muoversi sul terreno prima avanzando compatti per poi aprirsi a occupare orizzontalmente tutta la larghezza del campo.

Fu invece osservando un polipo durante un bagno in Costa Azzurra che a Jaap van der Vidden, fidato collaboratore dell'allenatore olandese Pim van de Meent, venne in mente di suggerire al portiere titolare della squadra che gli pagava lo stipendio, il FC Amsterdam, di allargare le braccia e scendere a terra quasi in spaccata nelle uscite o in quelle occasioni nelle quale si trovava a tu per tu con gli attaccanti avversari. Quando Jan Jongbloed iniziò a mettere in pratica l'intuizione di Jaap van der Vidden, rivoluzionando in parte il modo di stare in porta, da tabaccaio prestato la domenica al calcio divenne il portiere titolare della Nazionale dei Paesi Bassi che poi raggiunse la finale ai Mondiali del 1974.

Quella "rivoluzione", una delle tante che si formò nei Paesi Bassi negli anni Settanta per poi espandersi in tutto il mondo, è oggi ancora parecchio in voga tra chi si sporca i guanti nel tentativo di evitare la gioia del gol agli avversari.

È andata in scena anche all'Allianz Stadium di Torino nella serata di domenica 5 ottobre, quando al minuto 47 di Juventus-Milan, Mike Maignan ha sgretolato la certezza del vantaggio ai calciatori e ai tifosi della Juventus. Perché quel pallone che Federico Gatti aveva calciato in acrobazia e forte verso la porta avversaria a nemmeno due metri dalla linea di porta non poteva che entrare, doveva gonfiare la rete, non poteva che essere il gol dell'1-0.

Non è andata così.

E non è andata così perché il portiere del Milan Mike Maignan ha allargato il più possibile le spalle, ha aperto le braccia, è sceso in spaccata e occupando più spazio possibile. Poi, capito che il tiro sarebbe salito verso l'alto, ha alzato le braccia ed è riuscito, con l'avambraccio destro a respingere il pallone. 

   

      

Un gesto inaspettato. Tanto da spegnere per qualche istante il volume del tifo bianconero, interrompere il tambureggiare degli spalti, dipingere nel volto dei calciatori bianconeri uno sguardo incredulo che si dissolveva nel rimpianto.

Ogni parata, in fondo, genera una diminuzione dell'entusiasmo e dei decibel dei cori. E più è intenso questo abbassamento più la parata è inaspettata ed eccezionale. Quella di Mike Maignan ha portato quasi a zero quello juventino. E ci sono voluti diversi secondi prima che il rumore del tifo rossonero salisse di livello sino a invadere l'Allianz Stadium.

   

Le tre migliori parate della sesta giornata di Serie A

1. Mike Maignan al 47esimo minuto di Juventus-Milan 0-0 – 5 punti     

2. Elia Caprile al 27esimo minuto di Udinese-Cagliari 1-1 – 3 punti

   

   

3. Marco Carnesecchi al 15esimo minuto di Atalanta-Como 1-1 ex aequo con Arijanet Murić al 13esimo minuto di Hellas Verona-Sassuolo 0-1 – 1 punto

   

 
  

La classifica

1. Arijanet Murić (Sassuolo), 12 punti;

2. David De Gea (Fiorentina), Ivan Provedel (Lazio), 9 punti;

4. Mike Maignan (Milan), 6 punti;

5. Elia Caprile (Cagliari), Wladimiro Falcone (Lecce) e Nicola Leali (Genoa), 5 punti

8. Mile Svilar (Roma), 3 punti;

9. Marco Carnesecchi (Atalanta), 1 punto.

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