Foto Epa, via Ansa

Formula 1

A Singapore vince George Russel, Ferrari non pervenute

Fabio Tavelli

La McLaren conquista il Mondiale costruttori. Per le Rosse un altro fine settimana mediocre

Vince Russell davanti a Verstappen e ai due McLaren. Singapore timbra il primo verdetto della stagione con il titolo Costruttori ai papaya. Chi manca all’appello? Ancora una volta la Ferrari.

 

Il 31 luglio scorso con un comunicato alle 7.50 del mattino, naturalmente con i mercati ancora chiusi visto che si tratta di un’azienda quotata in borsa, la Ferrari annunciava di aver esteso con un accordo pluriennale (non specificando quindi la durata) il contratto del Team Principal, Frederic Vasseur. Quattro giorni prima Charles Leclerc era salito sul podio a Spa, dietro le due McLaren ma davanti a Max Verstappen. Da quel giorno sono stati disputati cinque Gran premi. E nessun pilota della Ferrari è mai più salito sul podio. Ci sono riusciti addirittura Sainz con la Williams e Hadjar con la Racing Bulls. Ma mai Leclerc ed Hamilton (per la verità l’inglese a questa voce è ancora a secco dalla prima gara). Un calvario, con il secondo posto nel Mondiale Costruttori ora occupato da una rinata Mercedes e addirittura il rischio di farsi passare dalla Red Bull, che notoriamente prende punti con un pilota solo.

   

Anche a Singapore il solito balletto rosso. I piloti, ormai esasperati e con i nervi a fior di pelle con i loro ingegneri di pista, danno una lettura del week end che invece il Team Principal vede con occhi completamente diversi. Per carità, fa bene Vasseur a non mettere in piazza le responsabilità delle varie aree tecniche e a evitare la gogna mediatica. Ma ogni tanto farebbe piacere anche sentire da questo pacioso signore francese qualche analisi meno edulcorata, evitando di cercare sempre e in ogni caso il lato positivo delle questioni. Cosa poi dica ai suoi nelle segrete, ma ricche di spifferi, stanze di Maranello non è dato sapere. I cahiers de doleances della Ferrari sono diventati ormai più lunghi di una telenovela argentina e Vasseur sembra sempre più quel ministro dell’Informazione iraqena che teneva conferenze stampa sotto le bombe americane e con i cornicioni che crollavano informava il suo Paese che i valorosi soldati stavano respingendo brillantemente il nemico invasore infliggendogli pesanti sconfitte. E’ certamente un caso che da quando Vasseur ha esteso il suo contratto la macchina ha smesso di essere presentabile. In Formula 1 certe differenze di prestazione hanno motivazioni molto meno soggettive. La verità è che su un progetto completamente sbagliato la Ferrari non è mai riuscita a correggere i difetti e gli sviluppi che hanno invece fatto migliorare gli avversari non hanno dato a Leclerc ed Hamilton una vettura in grado di stare con gli altri top team.

   

Le espressioni non verbali, se non bastassero quelle vocali, di Leclerc sono solari. Il monegasco sente scappargli via il sogno di vincere un Mondiale con la scuderia del suo cuore. Vede piloti più giovani di lui e oggettivamente meno forti (i due della McLaren) lottare per il titolo mentre lui rischia di finire quinto un’altra volta. Per tacer di Hamilton, costantemente battuto dal compagno di squadra e ormai speranzoso solo di scappar via in vacanza a fine stagione sperando nella prossima.

   

Ecco, torniamo alla speranza. Come nella saga di George Lucas, Star Wars, ogni rivoluzione si fonda sulla speranza. La speranza che un cambio radicale di regolamento tecnico nel 2026 possa ribaltare le posizioni di oggi. E’ l’unico appiglio per una Scuderia in palese difficoltà, e che dovrà disegnare la nuova vettura con lo stesso gruppo di lavoro che ha disegnato le ultime non esattamente esaltanti, e per un popolo di tifosi che dal biennio 2007 (Raikkonen)-2008 (Costruttori) attende la terra promessa di una gioia.

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