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Il foglio sportivo
L'AI può salvare la boxe olimpica
Oggi succede che un match di tre riprese può essere visto in maniera completamente opposta da alcuni dei cinque giudici. A volte anche gli addetti ai lavori, allenatori o giornalisti specializzati, non trovano un accordo nella valutazione
L’arbitro, o referee, come lo chiamano ancora alcuni vecchi maestri in Italia, rimarrà a dirigere l’incontro, garantendo il rispetto delle regole e la sicurezza dei pugili. Ma a bordo ring, i cinque giudici potrebbero presto sparire, perché a farsi carico dell’assegnazione dei punti ad ogni ripresa sarà l’Intelligenza artificiale. Non siamo distanti da questa soluzione: molti addetti ai lavori sperano che sia realtà per la boxe olimpica già a Los Angeles 2028.
Nell’ultimo mondiale di boxe dilettantistica, dominato dalle nuove potenze pugilistiche Uzbekistan e Kazakistan, non sono mancati i malumori nei confronti dei giudici da parte dei responsabili tecnici delle Nazionali. Poche sono state le proteste plateali (come quella della Turchia), ma più frequenti sono stati i sussurri e le teste scosse al momento della proclamazione di alcuni vincitori. Uzbekistan e Kazakistan sono già fortissimi, specialmente nel maschile dove si sono spartiti il bottino delle dieci medaglie d’oro, ma anche nel femminile, e non hanno dunque bisogno di essere avvantaggiati dai cinque giudici. In effetti, l’impressione è stata che nel dubbio si propendesse sempre per uno dei due Paesi protagonisti sul ring.
Raffaele Bergamasco, attuale head coach del Belgio, dopo le importanti esperienze con l’Italia e l’India, è categorico: “Siamo arrivati a un punto di non ritorno”, ha dichiarato l’allenatore al Foglio Sportivo. “Se vogliamo che il pugilato continui a esistere e rimanga uno sport olimpico, bisogna trovare al più presto una soluzione, e penso che questa sia l’intelligenza artificiale. Faccio parte della commissione dei coach europei e ho già presentato una proposta in tal senso. Nell’essere umano non c’è sempre malafede, ma spesso esiste troppa sudditanza psicologica nei confronti di chi è al potere, magari per fare carriera”. I criteri di valutazione da dare in pasto all’AI, affinché diventi un giudice super partes, dovranno essere creati da un pool di grandi esperti, formato da maestri, ex campioni, arbitri, giudici e, ovviamente, esperti di Intelligenza Artificiale. L’AI decreterà il vincitore del primo round, poi del secondo e infine del terzo. L’arbitro, per tradizione, si limiterà ad alzare il braccio del vincitore. Oltre a fare il classico e fondamentale lavoro sul quadrato.
Anche Emanuele Renzini, che a Liverpool ha conquistato un bronzo da direttore tecnico dell’Ungheria, è d’accordo: “Tutto il mondo della boxe chiede con forza un cambiamento – dice al Foglio Sportivo – Ritengo che sia veramente necessario a questo punto. L’attuale criterio di valutazione, messo in opera da una classe arbitrale di basso livello, ha dimostrato di non poter garantire la genuinità dei verdetti. Non è una questione di malafede, ma di capacità. È arrivato il momento di cambiare, altrimenti ci sbatteranno fuori dai Giochi Olimpici e avranno anche ragione di farlo. Sicuramente incontreremo qualche resistenza da parte della classe arbitrale, che con l’introduzione dell’AI, non avrà più un ruolo centrale”. Renzini aggiunge che questo cambiamento renderà la boxe olimpica anche più interessante a livello televisivo: “Allo stato attuale il telespettatore medio non capisce cosa succede sul ring e finisce per cambiare canale. È veramente la nostra ultima ancora di salvezza”.
In effetti oggi succede che un match di tre riprese può essere visto in maniera completamente opposta da alcuni dei cinque giudici. A volte anche gli addetti ai lavori, allenatori o giornalisti specializzati, non trovano un accordo nella valutazione. Nel dilettantismo si vince molto raramente per ko, quindi il riscontro dei giudici è fondamentale. Renzini, anch’egli con un passato da direttore tecnico della Nazionale italiana, è fiducioso che l’AI possa funzionare: “Personalmente ho avuto occasione di testare l’AI, messa a punto da un’azienda cinese, un paio d'anni fa. Devo dire che già allora funzionava molto bene; chiaramente il tutto va perfezionato, ma immagino che ora la cosa sia andata avanti. So che anche altri Paesi si sono messi all’opera, compresi Paesi europei come la Spagna. Ho sentito che il prossimo anno avremo i primi test ufficiali nelle competizioni internazionali. L’intenzione della World Boxing è quella di arrivare ai Giochi Olimpici con un sistema funzionante”.
La World Boxing ha organizzato per la prima volta il mondiale, subentrando alla Iba e diventando l’ente riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale. L’Iba però non è sparita, fa ancora dilettantismo ma si è lanciata verso il professionismo e soprattutto sembra strizzare l’occhio alla Boxe a mani nude. Questa scissione ha diviso anche una classe arbitrale, già minata da pesanti squalifiche comminate per gli scandali degli anni passati. Maestro Renzini, quali sono oggi secondo lei i colpi più complicati da vedere ad occhio nudo da un giudice umano? “Sono sicuramente i montanti interni al volto sferrati dalla corta distanza”. Anche dalla Francia arriva un segnale positivo per quanto concerne l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale. Dominique Nato, presidente della Federazione transalpina, dopo essere stato un ottimo peso massimo e, soprattutto, il coach della Nazionale negli anni d’oro del Duemila, ha commentato: “Penso che sarebbe un bene se prima o poi arrivasse!”. Nato però è meno possibilista sul fatto di poterla già avere alle prossime Olimpiadi. “Nel 2028 mi sembra troppo presto”, confidando al Foglio Sportivo.
Il responsabile tecnico della Nazionale spagnola, il cubano Ernesto Aroche era in questi giorni a Vicenza per una lezione magistrale nelle palestre della Queensberry e della Cuba Boxe. Da Liverpool è tornato con due medaglie, una di bronzo e una d’argento. “Nei 70 kg abbiamo subito un furto incredibile – dice al Foglio Sportivo – sono per la tecnologia, perché sono per una maggiore giustizia. Si pensava che con l’avvento della World Boxing le cose sarebbero cambiate e invece si sono favorite sempre le stesse Nazionali. Se verrà introdotta l’intelligenza Artificiale e testata in tornei minori, sono sicuro che già a Los Angeles possa essere utilizzata!”.