Massimiliano Allegri in una partita del Milan il 14 settembre 2025 (foto Ansa)

Il ritratto di Bonanza

Il calcio libero del Milan di Allegri

Alessandro Bonan

Modric, Rabiot e Pulisic: il cuore libero del nuovo Milan. Quando il calcio dei ruoli vince su quello delle posizioni

 Sinceramente non riesco a dare torto a chi sostiene che le partite di calcio ormai si assomigliano tutte. È una questione legata a più fattori, su tutti, le posizioni. Molte squadre si fondano sulle posizioni, che differiscono dai ruoli. Le posizioni sono parte di un disegno schematico, i ruoli appartengono alle caratteristiche dei giocatori (sintesi). Ci sono squadre che abusano delle posizioni, dimenticandosi i ruoli. È un ragionamento che si lega in maniera stretta alle capacità tecniche del singolo. Una squadra che abusa delle posizioni, vanta giocatori tecnicamente scadenti. Una che invece privilegia i ruoli può beneficiare di calciatori dotati di grande tecnica individuale.

Faccio un esempio, il Manchester City . La squadra di Guardiola cambia con rapidità e frequenza il fronte del gioco. Lo fa con lanci trasversali (traccianti veri e propri), o con una ragnatela velocissima di passaggi. Quando non riesce a penetrare le difese organizzate (vedi il Napoli), ci prova con il dribbling, di cui lo specialista è Doku. In questo tourbillon, si alternano le posizioni e si esaltano i ruoli, la manovra da statica si fa dinamica e la partita si accende. Sono molti anni che in Italia il calcio si gioca lentamente, e causa dell'abuso della tattica e di una certa insufficienza tecnica. Questo determina l'esasperazione delle posizioni, con giocatori che restano nelle rispettive zone, in attesa che accada qualcosa (ma di solito non accade nulla di speciale). Da qui la noia, la ripetitività, e la mancanza di libertà.


Che cos'è la libertà nel calcio? È quella condizione che ti permette di essere creativo, intuitivo, inintelligibile e quindi maggiormente imprevedibile. Il Milan l'anno scorso attaccava sempre a sinistra con Leao e Hernandez , dimenticando il resto del campo. Quest'anno Allegri ha cambiato passo, forte della presenza di due giocatori esclusivi a centrocampo, Modric e Rabiot. Il primo si muove continuamente, anche senza farlo vedere. La sua posizione è il centro ma il suo ruolo è il “dovunque”. Modric garantisce libertà alla squadra, in quanto dotato del passaggio “velato”, ciò che gli altri non vedono. Rabiot, da giraffone che era (cit.), si è trasformato in gazza ladra, un uccello slanciato, dalla testa piccola e il becco adunco, attratto dal luccichio della palla. La gazza Rabiot, ruba e riparte, ruba e riparte, profondamente connessa al compagno di giochi Luka Modric . In attesa di Leão (non semplice adesso trovargli uno spazio), Pulisic si muove davanti ai due compagni come un tergicristallo, offrendosi come un pasticcino sul vassoio. Da questi tre, il Milan crea il presupposto per risolvere la partita, andando al tiro con frequenza. Forte di una libertà che è il presupposto della bellezza, e forse, ma non sempre, anche del risultato.

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